Informazioni
Direttore di Dipartimento: | |
Vice Direttore: | Prof. ssa Anna GIONCADA |
Responsabile Amministrativo del Dipartimento: | |
Sostituto Responsabile Amministrativo del Dipartimento: |
Sede principale: Via S. Maria, 53 56126 Pisa
Edificio: Complesso Palazzo "del Granduca"
IL CONSIGLIO DI DIPARTIMENTO
Il Consiglio di Dipartimento è costituito dai professori, dai ricercatori, dal responsabile amministrativo, da tre rappresentanti del personale tecnico amministrativo in servizio presso il Dipartimento, dal rappresentante dei dottorandi, dal rappresentante degli assegnisti afferenti al Dipartimento; dai rappresentanti degli studenti iscritti ai corsi di studio afferenti al Dipartimento.
Verbali del Consiglio di Dipartimento
LA GIUNTA DI DIPARTIMENTO
La Giunta è organo con compiti di coordinamento e di istruttoria, ne fanno parte il Direttore di Dipartimento, che la presiede e la convoca, il Vicedirettore, due rappresentanti dei professori di prima fascia, due rappresentanti dei professori di seconda fascia, due rappresentanti dei ricercatori, il Segretario amministrativo (anche con funzioni verbalizzanti), un rappresentante degli studenti, un rappresentante dei dottorandi e assegnisti, e un rappresentante del personale tecnico-amministrativo eletti tra i rappresentanti in Consiglio di Dipartimento.
I membri della Giunta: Luca Pandolfi - Cristian Biagioni - Paolo Fulignati - Roberto Giannecchini - Luca Ragaini - Marta Pappalardo - Marco Pasero - Luigi Rivetti - Marco Tamponi - Giovanni Zanchetta - Marco Luppichini (rapp. assegnisti e dottorandi) - Elezioni in corso (rapp. Studenti)
Verbali della Giunta del Dipartimento
LA COMMISSIONE PARITETICA DI DIPARTIMENTO
La commissione paritetica è presieduta dal direttore del dipartimento o da un suo delegato ed è composta da un numero di membri pari al 12 % dei componenti del consiglio arrotondati all’intero superiore, fino a un massimo di sedici, per metà docenti e per metà studenti. Compiti della commissione paritetica sono:
1) monitoraggio dell’offerta formativa e della qualità della didattica nonché dell’attività di servizio agli studenti da parte dei professori e dei ricercatori,
2) individuazione gli indicatori per la valutazione dei risultati delle predette attività,
3) formulazione di pareri sull’attivazione e sulla soppressione dei corsi di studio, sui regolamenti e sugli ordinamenti dei corsi di studio, sulla coerenza fra i crediti assegnati alle attività formative e gli obiettivi specifici del corso di studio
4) elaborazione della relazione annuale relativa all’andamento delle attività didattiche, sulla base delle relazioni presentate dai singoli corsi di studio.
I membri della Commissione Paritetica:
Andrea Tognarelli - Maria Cristina Salvatore - Paola Marianelli - Alberto Collareta - Enrico Mugnaioli - Federica Congiu - Desiré Delle Case - Roberto Fontana - Miriam Gizzi - Benedetta Pollini
Verbali della Commissione Paritetica del Dipartimento
LA COMMISSIONE SCIENTIFICA D'AREA 04 "Scienze della Terra"
Art 21 comma 2 dello Statuto di ateneo: Per ciascuna area scientifica è costituita una commissione di area, formata da rappresentanti dei docenti (professori e ricercatori) afferenti all’area stessa, incaricata di formulare motivate proposte al senato accademico per l’assegnazione dei finanziamenti all’attività di ricerca autonomamente programmata.
I membri della Commissione Scientifica d'area 04:
Carlo Baroni (presidente) - Giovanni Zanchetta - Matteo Masotta - Mattia Aleardi - Karen Gariboldi
I RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI DEI CORSI DI STUDIO DST
CONSIGLIO DI DIPARTIMENTO
Bartoli Giulio
Bonfigli Luca
Campioni Francesca
Carriero Sabrina Rosaria
Fontana Roberto
Frascolla Elisa
Piciocchi Elisa
Pucci Elisa
Roffo Teodoro
Salsini Filippo
Tinca Alberto Leon
CORSO DI STUDIO TRIENNALE IN SCIENZE GEOLOGICHE
Carriero Sabrina Rosaria
Frascolla Elisa
Micheli Leonardo
Pescaglini Gioele
Pichiocchi Elisa
CORSO DI STUDIO TRIENNALE IN GEOLOGY (sede di Tashkent)
Khaldeev Aleksandr
Murodov Khusen
Sultonov Aminjon
Tolliboeva Mukhlisakhon
MAGISTRALE IN EXPLORATION AND GEOPHYSICS
Fontana Roberto
Murgia Desireé
Nsangov Louise-Marietta
Vullo Guglielmo
MAGISTRALE IN SCIENZE AMBIENTALI
Baglioni Alice
Persia Roberta
Simone Maria
Tortelli Tommaso
MAGISTRALE IN SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE AMBIENTALI
Milan Michael
Pierotti Luca
Pollini Benedetta
Turini Alessia
in auto
via Santa Maria si trova all'interno della zona a traffico limitato. Non è quindi raggiungibile direttamente con l'auto, ma si può arrivare molto vicino. Nel quartiere di S. Maria ci sono molti parcheggi a pagamento (con riferimento alla mappa sottostante tratta dal sito della Compagnia Pisana Trasporti: 0.50 euro/ora nei parcheggi verdi; 1 euro/ora nei parcheggi blu; 1.5 euro/ora nei parcheggi rossi). Il pagamento avviene con parchimetro (purtroppo solo con moneta) oppure con i tagliandi cosidetti "gratta e sosta" che possono essere acquistati presso tabacchi, edicole e bar. Aree con parcheggio gratuito sono quelle vicino allo stadio, che si trova alle spalle della Torre pendente, quindi a non più di 10 minuti a piedi dal Dipartimento. E' anche attivo il grande parcheggio-scambiatore di via Pietrasantina. E' facilmente raggiungibile dall'uscita dell'autostrada Pisa Nord, seguendo le indicazioni per il centro e per il Duomo. La sosta è gratuita. Dal parcheggio un servizio di bus navetta (con frequenza di 5 minuti e biglietto giornaliero di 1 euro) porta in via Fermi, a non più di 100 metri dal Dipartimento.
in treno
dalla stazione ferroviaria si può raggiungere il Dipartimento a piedi con 15-20 minuti a passo tranquillo.
La linea della Compagnia Pisana Trasporti (CPT) che collega la stazione al Dipartimento è la numero 4. Per raggiungere il Dipartimento dalla stazione ferroviaria utilizzare la direzione 1. La fermata più comoda è la "Mediceo 1".
Per ulteriori informazioni consultare la cartina e gli orari disponibili sulla pagina web del CPT. La frequenza media delle corse è di 15 minuti. Il biglietto (1.00 euro con validità 60 minuti) può essere acquistato nell'ufficio del CPT, posto all'esterno della stazione, oltre che nelle rivendite tradizionali, quali bar e tabacchi.
All'esterno della stazione si trova anche un parcheggio Taxi (RadioTaxi tel. 050.54.16.00).
in aereo
l'aeroporto toscano Galileo Galilei di Pisa è collegato con la città con la linea LAM rossa. La fermata più comoda è "Fermi 1". Per ulteriori informazioni consultare la cartina e gli orari disponibili sulla pagina web del CPT. Questa linea arriva nel centro cittadino e ha una fermata nei dintorni del Dipartimento, dopo una percorrenza di 20-25 minuti. E' la prima fermata dopo l'attraversamento dell'Arno ed è posta in via Fermi. Il biglietto è quello di una corsa semplice 1.00 euro con durata di 60 minuti) e può essere acquistato all'edicola dell'aeroporto o all'esterno presso una emettitrice automatica.
Dall'aeroporto si può raggiungere il Dipartimento anche con il Taxi, dal parcheggio posto all'uscita dell'aerostazione.
Premessa
"Scienze della Terra" è l'espressione che ha oggi lo stesso valore che si assegnava una volta al termine "geologia", cioè di scienza comprensiva di tutte le conoscenze relative al pianeta Terra, e che lo sostituisce. Geologia è oggi impiegato in modo più ristretto, ad indicare una delle molte branche specialistiche che contribuiscono a studiare gli aspetti abiotici del pianeta che ci ospita. "Dipartimento di Scienze della Terra" è dunque la struttura di ricerca e didattica che, a partire dal 1981, riunisce gli studiosi di geologia, mineralogia, petrografia, geografia fisica, paleontologia, geochimica, ecc., e ne promuove l'attività complessivamente rivolta a conoscere il pianeta Terra. In questo senso moderno dunque utilizzerò i termini "Geologia" e "Scienze della Terra" anche quando riferiti ad un passato lontano.
Le Scienze della Terra hanno una lunghissima storia d'evoluzione delle conoscenze: le "materie minerali" sono state impiegate dall'uomo ancora prima che si affermasse la specie Homo sapiens e pertanto molto antiche sono le prime conoscenze acquisite su questi prodotti della Natura. Le Scienze della Terra hanno dunque avuto da sempre, ed hanno tuttora, una grande rilevanza per le attività pratiche dell'Uomo. Questo tuttavia non significa che siano Scienze rivolte prevalentemente ad aspetti tecnologici e applicativi: ogni applicazione, infatti, nasce dalle conoscenze le quali, a loro volta, si accrescono nell'esercizio e nello svolgersi delle applicazioni.
In epoca greco-romana il progresso delle conoscenze consegue ad applicazioni pratiche quali la metallurgia, i materiali da costruzione, le terrecotte, i prodotti d'impiego medico, ecc. Gli utilizzi "farmacologici" delle materie minerali sono quelli che, più degli altri, promuovono la ricerca di sempre nuovi prodotti, stimolandone uno studio approfondito. Si vedano, a questo proposito, i sei libri "De materia medica" di Dioscoride, medico greco del I secolo. Questo trattato, come anche la più nota ed ampia "Naturalis historia" in 37 volumi di Plinio il Vecchio, naturalista latino del I secolo, descrivono numerose materie minerali, minerali e rocce, mentre riportano solo scarse notizie sull'arte mineraria e la metallurgia, le cui regole e conoscenze sono tenute gelosamente nascoste anche per la loro importanza strategica.
Nel territorio pisano sono stati rinvenuti reperti litici, riferibili, con continuità temporale, dall'età della pietra ai tempi nostri, che testimoniano un sempre più intenso uso di materiali inorganici naturali e dei loro prodotti di trasformazione artificiale ad indicare il progressivo affinarsi delle conoscenze sulle proprietà dei materiali stessi, sulle loro presenze nel territorio, sui modi di estrarli, di lavorarli e di modificarli con il fuoco. Anche a Pisa dunque è vivo da sempre un interesse per le Scienze della Terra, interesse che oggi è rappresentato, nei suoi aspetti più strettamente conoscitivi, dal Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa e dall'Istituto di Geoscienze e Georisorse del C.N.R. e, negli aspetti applicativi, riferendosi al più ampio territorio della Toscana occidentale, dalle non poche aziende impegnate nell'estrazione e lavorazione di materiali lapidei, nell'utilizzo delle energie endogene, nella produzione del vetro, nell'utilizzo e commercializzazione d'acque termali e minerali, nella produzione di calce, cementi, laterizi, ecc.
Volendo tuttavia seguire lo sviluppo, in epoca moderna, delle Scienze della Terra a Pisa ed il loro concretarsi nell'attuale Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Università di Pisa, è opportuno iniziare il cammino dalla fine del XVI secolo (1) e dividere in successive tappe temporali il percorso che conduce all'oggi.
Gli antefatti. Dal XVI al XVIII secolo
La prima tappa inizia con lo scritto (2) di Cosimo I dei Medici che, nel 1543, ordina la riapertura dello Studio pisano, chiuso nel 1535 per carenza di docenti e attrezzature. Alla riapertura, l'Università di Pisa era strutturata in tre corsi di laurea che conducevano al dottorato in teologia, in diritto civile e canonico, in filosofia e medicina, ciascuno dei quali comprendeva più insegnamenti. Il corso di laurea in filosofia e medicina prevedeva l'insegnamento dei "semplici", che si concretava essenzialmente nella lettura e commento del "De materia medica" di Dioscoride (I secolo d.C.). L'opera di Dioscoride è fondamentalmente, anche nelle intenzioni dell'autore, un trattato di farmacologia e tuttavia può anche essere letta come un trattato descrittivo degli oggetti del mondo naturale con particolare attenzione rivolta al mondo vegetale (sono descritte circa 500 piante) senza trascurare il mondo minerale (circa ottanta materie inorganiche, fra le quali una trentina di minerali in senso moderno). Nel 1545, a Pisa, trattava "dei semplici" Luca Ghini (1490-1556) (3), di Imola, medico e botanico, già docente presso l'ateneo di Bologna. La fama di Luca Ghini è legata alla botanica e alla creazione del primo Orto Botanico pisano, come medico tuttavia egli conosceva anche i minerali, e non pochi composti inorganici artificiali, per il loro impiego come medicinali. Lo sviluppo delle conoscenze sul mondo minerale ha seguito, storicamente, due diversi percorsi dipendenti da diverse necessità ed applicazioni: da una parte l'arte medica che utilizzava, come medicinali, minerali e composti inorganici, dall'altra l'arte mineraria che cercava ed estraeva rocce e minerali per la produzione di manufatti. Nozioni e metodi, che oggi diremmo chimici, di preparazione, purificazione, modificazione del materiale grezzo naturale, per meglio soddisfare alle rispettive esigenze, erano a comune fra i due indirizzi di attività. I livelli di conoscenza raggiunti, ai tempi di Luca Ghini, nei due diversi ambiti disciplinari, sono emblematicamente rappresentati dalle opere di Pietro Andrea Mattioli (1501-1578) (4) e di Georg Bauer (1494-1555). Il primo, medico botanico senese, pubblica nel 1544 una traduzione in italiano del testo di Dioscoride, che integra con un commento che diventa sempre più ricco e ampio nelle successive edizioni, sino all'ultima edita nel 1568. I commenti di Mattioli segnano un gran passo avanti rispetto al testo di Dioscoride, perché il naturalista senese introduce molte nozioni, frutto d'osservazioni personalmente effettuate su piante e minerali e non semplicemente ricavate dall'autorità di testi più antichi. Per quanto ricco (5) , il commento di Mattioli al libro V di Dioscoride, nel quale si tratta di minerali, rocce ed altri corpi inorganici, è sicuramente inferiore agli scritti di Georg Bauer, medico mineralista tedesco, più noto con il suo nome latinizzato in Agricola. Quest'ultimo pubblica (6) nel 1544 il "De natura fossilium", trattato di mineralogia in 10 volumi, e postumo nel 1556, il "De re metallica", trattato di arte mineraria in 12 volumi. Questi due trattati sono universalmente riconosciuti come l'origine della mineralogia scientifica. Complessivamente le conoscenze sui minerali non si sono molto accresciute: negli scritti medici del cosiddetto "corpo ippocratico", risalenti al IV secolo a.C., si trovano citati circa 75 minerali diversi mentre dagli scritti di Agricola si deduce che, nel XVI secolo, vale a dire dopo quasi 2000 anni, ne erano noti circa 80. A questo modesto aumento del numero di specie minerali conosciute fa tuttavia riscontro una precisa descrizione dei caratteri, che ne permettono l'esatta individuazione, ed un grande approfondimento delle conoscenze sulle loro proprietà, giaciture, provenienze. Mentre nel mondo antico uno stesso materiale poteva essere indicato con più nomi ed uno stesso nome poteva riferirsi a più materiali diversi, dopo gli scritti di Mattioli e soprattutto di Agricola queste confusioni non sono più possibili.
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Cosimo I° dei Medici
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Dioscoride
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Luca Ghini
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Pietro A. Mattioli
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Georg Bauer
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A metà del XVI secolo, le conoscenze sui minerali, proprie dell'arte mineraria, erano superiori a quelle dell'arte medica, tuttavia Luca Ghini, botanico e medico, conosceva bene i minerali; aveva anzi, per i minerali, interessi che andavano oltre l'arte medica. In una lettera (7) che egli scrive il 4 luglio 1545 a Pier Francesco Riccio, si legge: ".. alli Bagni della Porretta intesi che pel viaggio a Bologna in un luogo chiamato Monte Agudo se ritrovavano delli cristalli, et anchora che s'alongassi la via ... nondimeno volsi andarvi ..." E' probabile che si tratti dei cristalli di quarzo scuro ad abito bipiramidale abbondanti a Monte Acuto Ragazza e ricercati ancora oggi dai collezionisti. Luca Ghini dunque era disposto a spendere tempo e fatica per controllare di persona una notizia sentita dire e per avere occasione di raccogliere qualche campione interessante.
Questa passione per le materie minerali dipende in parte dal nascere di una vocazione museologica, di raccogliere cioè e conservare oggetti naturali insoliti o poco comuni quali i cristalli ben formati. Ma non mancano anche esigenze di ben altra rilevanza pratica. Basterà ricordare la figura di Lorenzo Mazzanga (8) , barghigiano, prefetto dell'Orto dal 1583 al 1592, cui è dovuta la scoperta del diaspro fiorito di Barga, pietra dura di grande valore estetico, della quale era possibile estrarre grandi blocchi. Molto ricercato e apprezzato da Francesco, granduca dal 1574 al 1587, il diaspro di Barga sarà impiegato in grandissima quantità, dal 1604 per tutto il XVII secolo, a Firenze, nella Cappella dei Principi, della Chiesa di San Lorenzo. Tracce delle antiche cave sono ancora visibili in località Giuncheto, presso Barga.
Facendo un salto nel tempo, nel 1591 troviamo l'Orto Botanico di Pisa trasferito nella sua terza e definitiva sede, quella attuale fra Via S.Maria e Via Roma, nei pressi della piazza del Duomo. Adiacente all'Orto vi è una casa (9), acquistata dal granduca Ferdinando I per servizio al "Giardino" e per ospitare la "Galleria", cioè il Museo delle cose naturali e artificiali, e la "Fonderia", cioè il laboratorio di chimica per le preparazioni dei farmaci da prodotti vegetali e materie minerali. Il 25 Aprile 1591, Michele Landino da Farnocchia viene a Pisa con campioni di rocce e minerali raccolti nel capitanato di Pietrasanta. Pochi anni dopo, nell'estate del 1599, Francesco Malocchi, frate francescano, Prefetto del "Giardino" e Direttore della Galleria dal 1596 al 1613, compie un lungo viaggio in Liguria, durante il quale raccoglie piante ed ogni cosa che egli ritenga utile per l'insegnamento delle scienze naturali. Nel catalogo (10) dei materiali riportati a Pisa compaiono 125 ingressi, ciascuno per uno o più esemplari, di materiali considerati, secondo la terminologia dioscoridea, come materie minerali o ad esse assimilabili. Un successivo inventario (11), compilato il 16 luglio 1626 in occasione della consegna delle collezioni al frate Matteo Pandolfini, nuovo Prefetto, mostra che la Galleria è molto cresciuta. Mescolati ad ogni altro tipo di reperti, si identificano oltre 80 esemplari di minerali, rocce o fossili che meritano singola citazione per le grandi dimensioni. Inoltre, in armadi con sportelli protetti da rete metallica, dunque esposti e visibili per studio, oltre 1200 piccoli esemplari, ed ancora grande quantità di campioni nei cassetti degli armadi che arredavano la Galleria. Dunque un grande sviluppo delle collezioni, nelle quali sono ben rappresentati i materiali toscani, le pietre dure e i metalli preziosi, le diverse specie di minerali. La terminologia impiegata è quella propria della fine del XVI secolo (5) e garantisce che a Pisa si era al corrente dello stato dell'arte in Scienze della Terra.
Il XVII secolo, così brillantemente iniziato, diventa assai poco proficuo per le Scienze della Terra a Pisa nei suoi anni finali. In questi anni è presente in Toscana Nicolò Stenone, naturalista danese, che dal 1666 al 1672 è a Firenze, archiatra di corte e curatore delle collezioni naturalistiche per i granduchi Ferdinando II e Cosimo III. Stenone è grande naturalista, ricordato per i suoi importanti studi di anatomia e, soprattutto, per gli studi geologici e paleontologici (12) . In campo mineralogico, Stenone fu il primo osservatore, in cristalli di quarzo, della costanza dell'angolo diedro fra facce corrispondenti; osservazione che sarà generalizzata ed esplicitamente formulata come legge, nel 1705, da Domenico Guglielmini (Bologna 1655 - Padova 1710). La fine del secolo XVII, o il passaggio al XVIII, o più esplicitamente la formulazione della "legge di costanza dell'angolo diedro", segna uno spartiacque, varcato il quale la mineralogia diventa scienza esatta: è finalmente possibile stabilire, attraverso i valori degli angoli diedri fra le facce, l'appartenenza di un individuo ad una specie ed avviare quindi lo studio delle proprietà, della composizione, della genesi, ecc. dei minerali.
In campo paleontologico, Stenone pubblicò nel 1669 un importante lavoro (comunemente citato col nome abbreviato di "Prodomus") in cui dimostrava come le pietre comunemente chiamate "glossopetra" (lingue pietrificato) fossero in realtà denti di squalo fossili, discutendo in dettaglio anche modi e tempi del loro processo di fossilizzazione, con particolare attenzione al problema (ai suoi tempi ancora irrisolto) di come tali fossili fossero stati inglobati nella roccia in cui erano contenuti (12) . Dalle conclusioni della sua ricerca, Stenone fu indotto a suggerire una periodizzazione della storia della Terra che ebbe una straordinaria importanza in quanto si tratta di uno dei primi esempi di "storia della Terra", in cui la storia del globo e quella della vita venivano integrate, precedendo così di quasi quarant'anni la notissima opera dell'inglese Robert Hooke (Freshwater, Isola di Wight 1635 - Londra 1703), opera pubblicata nel 1704, un anno dopo la morte dell'autore (12).
Ma in quegli stessi anni la politica culturale dei Granduchi si sposta da Pisa verso Firenze, ed è in questa città che si allestiscono collezioni di pregio con i migliori esemplari che Stenone, per incarico dei Granduchi stessi, ha prelevato dal Museo pisano. Dopo molti anni durante i quali lo "Studio pisano" è stato leader in Europa nelle scienze naturali, vengono anni nei quali langue la ricerca e la didattica; e qui termina la prima tappa del nostro cammino, durante la quale le Scienze della Terra sono state presenti a Pisa, come d'altronde negli altri atenei europei contemporanei, senza una propria autonomia ma come parte di un'unitaria Scienza descrittiva della Natura.
La nascita della scuola geologica pisana. Il XIX secolo
La seconda tappa si apre agli inizi del XIX secolo: nel 1814 s'interrompe l'unità didattica e strutturale dell'Orto botanico con annessa Galleria, unità impersonata, sino a questa data, dalla figura del Prefetto dell'Orto, unico responsabile degli edifici e connesse attività e, salvo rare eccezioni (13), docente di Botanica e di Scienze naturali. La direzione dell'Orto botanico e l'insegnamento della Botanica sono affidati a Gaetano Savi mentre a Giorgio Santi è affidata la direzione del Museo e l'insegnamento della Storia naturale, in altre parole della Zoologia, Anatomia comparata, Geologia.
Non sono molti i contributi di Giorgio Santi alle Scienze della Terra: il suo atteggiamento era stato quello tipico dello studioso di fine '700, interessato a descrivere il territorio nei suoi più diversi aspetti, (flora e fauna, acque termali, miniere, agricoltura, insediamenti umani, archeologia.) con l'atteggiamento del colto viaggiatore, ma poco incline ad approfondire i problemi legati alle singole discipline. Per quello che se ne sa, Santi non aveva fatto che tre soli viaggi geologici attraverso la Toscana (Monte Amiata e Senese) e poco aveva prodotto relativamente alle scienze geologiche in genere (12). Sono tuttavia da ricordare le sue analisi delle acque di San Giuliano Terme (14). Il primo studioso della geologia Toscana "sul campo" sarà comunque, come vedremo, Paolo Savi.
Nel 1823, a Giorgio Santi succede Paolo Savi (Pisa 1798-1871), naturalista a tutto campo, grande museologo, ornitologo di fama internazionale, noto soprattutto per i suoi trattati "Ornitologia toscana" e "Ornitologia italiana". Probabilmente a seguito di una sua permanenza di due mesi a Parigi (1828), durante la quale ebbe occasione di discutere a lungo di scienza con i grandi maestri francesi Brongniart, Geoffroy de Saint'Hilaire e, soprattutto, Cuvier (che gli regalò per il Museo pisano una collezione di calchi in gesso dei reperti su cui il grande francese aveva stabilito "parte delle specie nuove degli animali perduti", come ebbe più tardi a scrivere lo stesso Savi), in Savi andò crescendo l'interesse per la geologia (15).
Significativamente, con il 1828 cominciano infatti le escursioni geologiche in Toscana, proseguite nel 1829 con gite sui Monti Pisani, gli Appennini, le Alpi Apuane, cui fanno seguito le prime pubblicazioni di argomento geologico nel biennio 29-30. Non è da escludersi che al crescente interesse di Savi per la geologia abbia contribuito anche una sollecitazione dello stesso Granduca Leopoldo II, cui molto premeva, per gli interessi della nascente industria toscana, lo sfruttamento del carbon fossile della maremma toscana (15). Sta di fatto che, a partire dagli anni '30, Savi divenne il "geologo di stato" e ricevette importanti incarichi pubblici.
Dal 1830, Paolo Savi si impegnò dunque fortemente negli studi geologici, dedicando attenzione alle rocce ofiolitiche, ai carboni fossili della Maremma, alle miniere di Massa Marittima, Elba, Orciatico, Riparbella, Impruneta, ai depositi di sale del Volterrano. Ci ha lasciato inoltre approfonditi studi sui Monti Pisani, corredati di pregevoli carte geologiche tuttora esistenti presso il Dipartimento, e sulle Apuane. Il contributo di Savi più significativo nel campo delle scienze geologiche è però probabilmente quello relativo alla comprensione della vera natura di rocce come i marmi delle Apuane e della zona di San. Giuliano 16 . Già ne l 1832, infatti, Savi aveva pubblicato un importante lavoro (cui ne seguirono molti altri, fino agli anni '50) che rappresenta l'inizio di una nuova epoca nelle ricerche geologiche in Toscana. Non solo si andava precisando la cronologia dei cosiddetti "terreni stratificati", ma veniva anche accettata l'origine sedimentaria di rocce (tra cui i marmi toscani), per le quali non più di rocce ignee si andava ora parlando ma di "rocce di trasformazione " (diremmo oggi, con una terminologia più moderna, di rocce metamorfiche), derivate appunto dalla trasformazione, in alte temperature, di coevi "terreni stratificati" (16) .
Di Paolo Savi, oltre dei meriti scientifici, non si può non dire dell'impegno profuso per organizzare e condurre a buon fine una straordinaria iniziativa toscana del XIX secolo, d'inestimabile valore culturale e politico: la Prima Riunione degli Scienziati Italiani (17) , tenutasi a Pisa nell'ottobre del 1839, quasi 22 anni prima della proclamazione (17 marzo 1861) del Regno d'Italia, che peraltro non comprendeva ancora tutti gli Italiani. Nella relazione del prof. F. Corridi, Segretario generale della Riunione, si legge: "L'Italia ricorderà per lungo tempo i nomi di sei chiarissimi Uomini che furono i lodevoli promotori di questa prima scientifica Riunione nazionale. Son dessi il Principe Carlo Bonaparte, il Commendatore Vincenzo Antinori, il Cav. Prof. Gio. Battista Amici, il Cav. Gaetano Giorgini, il Prof. Paolo Savi, e il Cav. Prof. Maurizio Bufalini.". Nell'ordine, uno zoologo esperto d'ornitologia, da Roma, un naturalista e metereologo, da Firenze, un fisico astronomo modenese, in quegli anni a Firenze, un matematico di Montignoso, a Firenze dal 1831, un naturalista pisano che diventerà un grande geologo, un medico di Cesena.
Per espressa volontà dei Promotori (18) si decise che gli scienziati si riunissero in autunno a "Pisa, che gli splendidi titoli riunendo di dotta, di gentile, di ricca d'ogni cosa profittevole al ben vivere, si reputava città atta ad accogliere degnamente i naturalisti italiani". Inoltre, la partecipazione alla Riunione era riservata a personaggi noti per cultura o per cariche ricoperte: "Erano qualità volute per essere ascritto fra i membri del Consesso il nome di cultore distinto delle scienze matematiche e naturali, il grado di Uffiziale del Genio, quello d'Ingegnere delle Miniere, in fine lo appartenere ad una delle principali Accademie scientifiche italiane o straniere".
Quattrocentoventuno scienziati, fra italiani e stranieri, convennero in Pisa. L'alto numero dei partecipanti rese necessario suddividere il convegno in sei sezioni: Fisica, Chimica e Matematica; Geologia, Mineralogia e Geografia; Botanica e Fisiologia vegetabile; Zoologia ed Anatomia comparativa; Medicina; Agronomia e Tecnologia. Dunque nel 1839, nell'ambito delle discipline che oggi riuniamo nelle Scienze naturali, era già ben evidente la specializzazione dei diversi campi di ricerca anche se questa non era ancora manifesta nelle discipline accademiche. Nella quarta edizione degli Atti della Prima Riunione, i resoconti delle 48 adunanze, otto per ognuna delle sei sezioni, occupano complessivamente 302 pagine, 66 delle quali per la sezione di Mineralogia, Geologia e Geografia a testimonianza della ricchezza di attività in questo campo.
In tutte le adunanze spicca la figura di Paolo Savi sia per le relazioni che presenta sui Monti Pisani e sui combustibili fossili in Toscana, sia per la autorevole partecipazione a tutte le discussioni. Nella sesta riunione viene letta una memoria di Leopoldo Pilla che illustra due sezioni geologiche degli Appennini. Sui Monti Pisani, la cui geologia era stata studiata da Paolo Savi, viene infine svolta l'escursione geologia della Sezione di Mineralogia, Geologia e Geografia (17).
Paolo Savi è dunque la prima vera figura di "geologo" della scuola pisana a merito del quale va ascritta un'altra importante iniziativa. Pur continuando a svolgere personalmente ricerche di notevole interesse per la conoscenza della geologia e delle risorse minerarie toscane, il Savi si andava sempre più orientando verso la biologia animale e ottenne per questo di dividere la sua cattedra, e le strutture museali, separando le materie biologiche da quelle abiologiche. Di conseguenza, nel 1842 Paolo Savi, professore di Zoologia e Anatomia comparata, è prefetto del Museo di Zoologia e Anatomia comparata. A coprire la nuova cattedra di Mineralogia e Geologia, e come prefetto del Museo di Mineralogia e Geologia, è chiamato, da Napoli, Leopoldo Pilla (Venafro 1805, Curtatone 1848), medico, geologo di fama internazionale, liberale. Al 1842 si può dunque fissare la data di nascita di quello che diventerà l'attuale Dipartimento di Scienze della Terra.
Leopoldo Pilla venne a Pisa portando con sé una collezione di minerali vesuviani, 269 campioni della quale sono tuttora conservati presso il Museo di Storia naturale e del Territorio (Università di Pisa, Certosa di Calci); laureato in Medicina Veterinaria ed in seguito in Medicina e Chirurgia, fu grande viaggiatore, noto e apprezzato in tutta Europa. Nei suoi viaggi ebbe agio di osservare molti fenomeni e di raccogliere molto materiale naturalistico che resta descritto in importanti lavori su varie regioni italiane, con particolare riguardo ai fenomeni vulcanici, segno e auspicio dell'impegno che, ad oltre un secolo di distanza, il Dipartimento dedicherà alla ricerca a questo settore della ricerca. Per la storia del Dipartimento di notevole interesse sono gli eventi collegati al forte terremoto che nel 1846, alle 12 e 55 del 14 Agosto, ebbe luogo nel pisano, con crolli e perdita di vite umane. Con le parole di Pilla (19) : " Terminato questo avvenimento funesto, escii dal Museo, e trovai le strade della città ingombre di gente, la quale nel volto portava dipinto tutto il terrore che avea dentro provato. . . Dopo essermi assicurato della salvezza delle persone più care, il mio primo pensiero corse al Campanile del Duomo. Trassi subito a vedere che cosa ne fosse. Quale fu la mia sorpresa nel vederlo ritto e stabile come innanzi!". Un segno del terremoto del 1846 è invece rimasto negli archi dal 554 al 563 dell'acquedotto mediceo, che porta acqua da Asciano a Pisa, ricostruiti dopo il terremoto, come sta scritto sul capitello del pilastro sinistro dell'arco 563: "DOPO IL TERREMOTO XIV AG MDCCCXLVI".
Questo evento fu descritto e commentato da ambedue i geologi pisani: Pilla e Savi. Subito dopo il terremoto, Pilla pubblicò un opuscoletto (19) del quale in pochi giorni furono vendute 1500 copie, il ricavato venne dal Pilla "ceduto a benefizio degli infelici danneggiati dal disastro" (20). Poco dopo il terremoto, Pilla fece alcune brevi escursioni nelle colline a sud di Pisa (20) e, a seguito di una serie di scosse di assestamento, pubblicò poi, in Ottobre, un più meditato articolo in cui sosteneva essere il terremoto di origine vulcanica, con epicentro nell'area vulcanica del Sud dell'Italia (21) .
Savi rispose all'articolo del Pilla con una corposa memoria ("Relazione de' fenomeni presentati dai terremoti di Toscana dell'agosto 1846 e considerazioni teoretiche sopra i medesimi") 16, basata sulla sua maggiore conoscenza del territorio ma anche su una assai più completa inchiesta sui luoghi del disastro e sulla raccolta di dati anche attraverso un dettagliato questionario inviato a tutti i suoi corrispondenti fin dove, anche fuori Toscana, le scosse fossero state avvertite. In un italiano decisamente elegante ma senza tecnicismi, rivolto quindi ad un pubblico ampio e non solo agli specialisti, controbatté le ipotesi del Pilla (non citando però le pubblicazioni del suo collega sul terremoto, forse per non dare al suo lavoro un taglio troppo polemico), tranquillizzò quanti avevano temuto imminente il formarsi di un vulcano nel Pisano, e identificò assai correttamente l'epicentro in Val di Fine. I due lavori di Pilla e del Savi sono tra i più antichi esempi di una analisi di tipo moderno di un evento sismico. Il Pilla morì nel 1848 nella battaglia di Curtatone e Montanara; nonostante il breve periodo trascorso a Pisa, ha lasciato scritti sulle rocce toscane, sui filoni cupriferi di Campiglia, sulla lignite di Montebamboli.
Nel 1849, alla cattedra già del Pilla viene chiamato Giuseppe Meneghini (Padova 1811 - Pisa 1889) che fu geologo, grande paleontologo ed insuperabile maestro. La fama del Meneghini richiamava a Pisa studenti da tutta Italia, per laurearsi in Scienze naturali con indirizzo geologico; il profitto era ottimo come testimoniano i dodici allievi (22) che occuparono cattedre universitarie di Mineralogia, Geologia, Paleontologia. Meneghini si laurea in medicina, all'Università di Padova, nel 1834. Nel 1835 è Assistente alla cattedra di Botanica, nel 1839 diviene Professore Ordinario di Scienze Preparatorie - Fisica, Chimica e Botanica - per i chirurghi. Nel 1848, per ragioni politiche legate ai moti rivoluzionari, è cancellato dal ruolo di professore della I.R. Università di Padova e si rifugia in Toscana dove, nel 1849 con Decreto Granducale, è nominato professore di Mineralogia e Geologia e direttore dell'omonimo Museo dell'Università di Pisa.
E' difficile sintetizzare la prodigiosa attività del Meneghini. Nel periodo padovano pubblicò 51 lavori originali su argomenti di zoologia, botanica, fisiologia, geologia. A Pisa diede alla stampa un centinaio di memorie originali, d'argomento prevalentemente paleontologico e geologico. Troppo lungo, per essere scritto per intero, l'elenco delle cariche istituzionali, dei comitati nazionali dei quali fu membro o presidente, delle 80 e più accademie, istituti, società e sodalizi scientifici nazionali ed internazionali di cui fu membro ordinario, onorario, o corrispondente. È tuttavia necessario ricordare che fu primo presidente della Società Geologica Italiana, fondata nel 1881 in occasione del Secondo Congresso Geologico Internazionale convocato a Bologna per iniziativa di Giovanni Capellini.
Con Savi, Meneghini collaborò proficuamente, pubblicando insieme a lui (1850) , tra l'altro, la traduzione della poderosa "Memoria sulla struttura geologica delle Alpi, degli Appennini e dei Carpazi" di Sir Roderick Impey Murchison ( 1792 - 1871) , con questo schierandosi definitivamente a fianco della scuola inglese 15 di Charles Lyell (1797, Kinnordy, Scozzia - 1875, Londra) considerato, col suo "Attualismo", il fondatore della geologia moderna.
Bisognerà però aspettare il 1888, dopo la morte del Savi, per vedere la prima "Carta geologica della Toscana", pubblicata da Meneghini a nome suo e di Paolo Savi, un omaggio postumo al suo collega e maestro che a questa carta aveva lavorato a partire dagli anni '30; ma anche una orgogliosa affermazione di continuità della ormai consolidata Scuola Pisana di Geologia (15).
La città di Pisa onorò grandemente Giuseppe Meneghini concedendogli la sepoltura nel corridoio nord del Camposanto. Nel corridoio est del Camposanto fu collocato il monumento funebre (busto di bronzo su base di rosso di Verona) eseguito nel 1889 da Ettore Ferrari. Intorno al 1935 il monumento fu trasferito al secondo piano dell'edificio in Via S. Maria, all'attuale numero 53, allora sede dell'Istituto e Museo di Geologia e Paleontologia. Una bomba d'aereo, fuori bersaglio, distrusse nel 1944 l'ala dell'edificio prospiciente Via S. Maria ed il monumento a Meneghini fu recuperato dalle macerie con la testa incrinata ed il piedistallo sbeccato in più punti. Il monumento fu rimontato all'aperto, nel cortile oggi del Dipartimento, ove rimase sino agli anni novanta del secolo passato quando fu riportato in Camposanto.
Nel 1874 la cattedra di Giuseppe Meneghini viene sdoppiata: Meneghini continua l'insegnamento della Geologia e della Geografia fisica, mentre alla Mineralogia è chiamato Antonio D'Achiardi (Pisa 1839 - 1902). Antonio D'Achiardi, non ancora ventenne, si laurea in Scienze naturali ed inizia un'attività di ricerca presso l'Istituto di Chimica dove, dopo pochi mesi, in un incidente di lavoro, perde un occhio; a seguito di questa disgrazia cambia attività ed inizia una stretta collaborazione con Giuseppe Meneghini. In realtà D'Achiardi non cambia veramente campo di ricerca, perchè si dedica allo studio dei minerali e, nella seconda metà del XIX secolo, la Mineralogia è parte integrante della Chimica e viceversa. La passione e le conoscenze di chimica restano elementi della personalità scientifica del D'Achiardi, che sono però strettamente e profondamente integrati con le conoscenze naturalistiche proprie della mineralogia e con le tecniche necessarie per lo studio delle proprietà fisiche dei minerali. D'Achiardi dunque diventa un maestro nell'uso del microscopio in luce polarizzata, nell'impiego dei goniometri ottici per gli studi di cristallografia morfologica, nella descrizione delle località d'interesse mineralogico e della giacitura e paragenesi dei minerali che vi si rinvengono. Si aggiunga a questo la capacità analitica chimica e si otterrà la figura di un grande mineralista che ha lasciato una ricca messe di scritti scientifici, ai quali ancora oggi si ricorre per le informazioni che contengono, che si leggono sempre con piacere per la sintesi e precisione di linguaggio, che trovano un compendio, ben noto agli addetti ai lavori, nei due volumi di Mineralogia della Toscana. D'Achiardi è stato socio delle più importanti società scientifiche italiane, quali i Lincei e l'Istituto veneto. Ma la fama del mineralista pisano era grande in Europa come chiaramente testimoniato dall'esser stato il D'Achiardi membro onorario della Società Mineralogica di Londra, onore non concesso ad alcun altro italiano a lui contemporaneo.
Nel 1874 Antonio D'Achiardi vince la cattedra di Geologia a Pavia con una produzione scientifica nella quale prevalgono le tematiche geologiche e paleontologiche e ricca d'opere, anche di grande respiro, quali ad esempio le memorie sui corallari del Veneto. Nello stesso anno, come abbiamo visto, veniva sdoppiata la cattedra del Meneghini e il D'Achiardi sceglie di restare a Pisa. Nel 1876 anche il Museo di Geologia e Mineralogia viene suddiviso in Museo di Geologia e Museo di Mineralogia: da questo momento il D'Achiardi è autonomo, anche come locali, nelle sue attività didattiche e scientifiche e si dedica in modo esclusivo allo studio dei minerali. Negli anni successivi e sino alla morte avvenuta il 10 dicembre 1902, Antonio D'Achiardi è il grande animatore della Società Toscana di Scienze Naturali, fondata in Pisa nel 1874, e che, per quest'antica tradizione, ha da allora trovato supporto nell'Istituto di Mineralogia ed oggi nel Dipartimento di Scienze della Terra.
Dal 1867 al 1900 Antonio D'Achiardi fu consigliere del Comune di Pisa, ricoprendo la carica per un venticinquennio circa. Scrive Canavari, nella commemorazione che tenne nella seduta del 13 dicembre 1902 del Consiglio comunale di Pisa: "Antonio D'Achiardi portò l'opera sua attiva ed intelligente in qualunque ramo delle pubbliche amministrazioni ove fu chiamato. Devesi avvertire però che mentre si accentuava la cosiddetta disciplina di partito che vorrebbe imporre ad ognuno il sacrificio almeno in parte delle proprie idee per il bene più o meno recondito e più o meno vicino del partito stesso, il D'Achiardi, anima eminentemente indipendente, non si adattò mai all'esigenze di consimili teorie. Rimase, perciò, spesso un solitario, e fu sempre pronto a sostenere le proprie idee anche se in opposizione con quelle de' suoi amici più cari". E' straordinario come, senza piegarsi a nessuna disciplina di Partito, sia stato nominato consigliere per 25 volte in 33 anni. Evidentemente le sue idee non erano contrattabili ma erano riconosciute buone. La sua azione fu indirizzata continuamente ad aumentare le risorse a disposizione delle scuole. Il grande edificio scolastico di Via San Frediano è merito di Antonio D'Achiardi.
Con Antonio D'Achiardi termina la seconda tappa che conduce al Dipartimento di Scienze della Terra. Nel corso del XIX secolo, in parallelo con lo sviluppo delle conoscenze che caratterizza quel secolo in tutta Europa, a Pisa nasceva, si sviluppava, si specializzava una scuola in Scienze della Terra che, dai suoi allievi, veniva portata in molte altre sedi universitarie italiane.
Paolo Savi, Leopoldo Pilla, Giuseppe Meneghini, Antonio D'Achiardi, i quattro uomini simbolo di questo sviluppo perché responsabili delle strutture accademiche, sono di diversa provenienza, di diversa estrazione, di diverse qualità umane. Li accomuna, oltre la capacità scientifica, una qualità tutta propria della Toscana del XIX secolo e, ci si augura, tuttora viva: l'amore della libertà che nasce dalla dignità personale accompagnata da un vivo senso dell'impegno civile. Savi promuove la prima riunione degli scienziati italiani, Pilla combattente e Meneghini profugo dei moti rivoluzionari del '48, D'Achiardi civilmente impegnato a promuovere le scuole primarie per la liberazione dei cittadini futuri.
Verso le Scienze della Terra. Dall'inizio del XX secolo al 1985.
La prima metà del XX secolo è un periodo di assestamento delle Scienze della Terra a Pisa. Le strutture restano quelle stabilitesi nel 1876, le cattedre sono occupate da personaggi di rilievo che mantengono viva una ricerca di grande livello. A Giuseppe Meneghini succede Mario Canavari (Camerino, 27 novembre 1855 - Pisa, 20 novembre 1928), laureato in matematica a Pisa il 28 luglio 1879. Affascinato da Giuseppe Meneghini decide di dedicarsi alla paleontologia, materia nella quale si perfeziona a Monaco di Baviera, sotto la guida di von Zittel, studiando i fossili del Lias inferiore del golfo di La Spezia. Al rientro in Italia è assunto quale paleontologo dal R. Ufficio Geologico ed è distaccato presso l'Istituto del Meneghini. Nel febbraio 1889, alla morte del maestro, viene nominato incaricato alla cattedra di Geologia che ricoprirà come straordinario alla fine dello stesso anno, vincendo il relativo concorso. Di questo periodo va ricordato soprattutto la grande (e splendidamente illustrata) monografia sui fossili giurassici dei dintorni di Camerino (1896, 1897, 1898, 1900, 1903). A partire dai primi, anni del '900, senza abbandonare del tutto la ricerca paleontologica, si dedica sempre più attivamente a studi di idrogeologia, tanto che Canavari sarà poi molto ricordato come geologo applicato anche per il "Manuale di geologia tecnica" da lui scritto fra il 1923 ed il 1928, terminandolo giusto al momento della sua morte. Nel 1895 Canavari aveva fondato, sul modello della Palaeontographica di Zittel, la rivista Palaeontographia Italica (24) che diresse sino l'anno della sua morte. È la più grande eredità lasciata da Canavari, una rivista internazionale di paleontologia, che pubblica esclusivamente monografie, uscita ininterrottamente dal 1895 ad oggi (23) grazie al continuo impegno dei suoi direttori 24 , tutti grandi ricercatori in geologia e paleontologia, attivi a Pisa.
Il 16 novembre 1929, con voto unanime, la Facoltà di Scienze della R. Università di Pisa, chiama Giuseppe Stefanini (Firenze 26.1.1882 - Pisa 14.9.1938) alla cattedra di Geologia. Laureato nel gennaio 1906 e perfezionato due anni dopo in Geologia presso il R. Istituto di studi superiori di Firenze, dal 1908 al 1924 Stefanini insegna Geografia e Geologia a Firenze. In questo anno vince la cattedra di Geologia a Cagliari dove si ferma poco per trasferirsi a Modena e quindi a Pisa. Negli stessi anni si perfeziona in Geologia e Paleontologia a Padova e a Parigi.
Nel 1915 riceve dal R. Governo la missione di compiere un viaggio di ricerche in Somalia, e con questo egli inizia la sua feconda attività di africanista. In numerose missioni in Africa, Stefanini pone le basi delle conoscenze geologiche e paleontologiche di molte regioni di questo grande continente, con particolare riferimento ai territori in quei tempi colonie italiane. Le ricerche di Stefanini si svolgono inoltre in Emilia, Veneto, Friuli dove vengono affrontati temi stratigrafici, tettonici, paleontologici. Ugualmente importanti le ricerche bio-paleontologiche fra le quali eminenti quelle sugli echinidi fossili. Stefanini portò anche importanti contributi alla paleontologia umana; egli fu infatti tra i soci fondatori del Comitato per le ricerche di paleontologia umana in Italia, sorto a Firenze nel 1912. L'eredità di questa attività di Stefanini si concreterà, dopo la seconda guerra mondiale, nell'Istituto di Antropologia e Paleontologia umana nel quale, secondo gli ideali di Stefanini, lo studio dell'uomo fossile non si limiterà al solo campo archeologico, ma sarà condotto con criterio ecologico mediante l'applicazione coniugata delle varie discipline naturalistiche.
Alla morte di Antonio D'Achiardi, la cattedra di Mineralogia viene assegnata, dapprima per incarico e, dal 1907, per titolarità a seguito di concorso, al figlio Giovanni (Pisa 25 aprile 1872 - 9 settembre 1944). Giovanni D'Achiardi crebbe scientificamente alla scuola di suo padre Antonio, sotto la guida del quale si laureò in Scienze naturali, conseguì nel 1899 la libera docenza in Mineralogia, avviò la ricerca sui minerali delle Alpi Apuane, dell'Isola d'Elba, della zona di Larderello. L'attività di Giovanni D'Achiardi è compendiata in oltre cento pubblicazioni scientifiche, in alcuni trattati ed in numerose relazioni e scritti di carattere divulgativo. Scienziato serio ma certamente di levatura più modesta del padre, Giovanni D'Achiardi fu peraltro uomo di tale rettitudine umana e rigorosa probità da ispirare una profonda stima nei colleghi universitari, che lo vollero più volte Rettore dell'Università, ed in tutti i cittadini di Pisa che gli affidarono numerose cariche in ambito civico; nel 1934 il D'Achiardi venne nominato senatore. Nella notte del 21 maggio 1939, Giovanni D'Achiardi è colpito da un'embolia cerebrale che lo lascia completamente paralizzato.
Alla fine degli anni '30 del secolo scorso, le Scienze della Terra sono rappresentate da Guido Tavani (Modena, 11 febbraio 1913 - Pisa, 15 febbraio 1978), paleontologo allievo di Stefanini, Stefano Bonatti (Torino, 24 maggio 1902 - Pisa, 23 aprile 1968), mineralista, Livio Trevisan (Lodi, 16 aprile 1909 - 18 novembre 1996), geologo.
Arriva adesso la grande tragedia della seconda guerra mondiale. Nel cortile interno oggi del Dipartimento, allora dell'Istituto di Mineralogia viene costruito un rifugio nel quale gli abitanti di Via S. Maria e dintorni si possano riparare in occasione dei bombardamenti aerei. Il rifugio viene in seguito parzialmente demolito, modificato e riutilizzato come vasca d'acqua al centro del cortile. La vasca era alimentata dal troppo pieno dell'acquedotto Mediceo, che arrivava all'Istituto di Mineralogia con una portata modesta ma continua nelle 24 ore. L'acqua, proveniente da sorgenti nelle formazioni silicee triassiche affioranti alle spalle del paese di Asciano, oggi interamente convogliata alle strutture ospedaliere di Pisa, ha durezza bassa (residuo fisso a 180°C intorno ai 40 mg/litro) e si prestava ottimamente, prima di rifornire la vasca un tempo ricca di pesci e ninfee, come liquido di circolazione di raffreddamento dei generatori di raggi X della Mineralogia. Nel 1944 una bomba fuori bersaglio distrugge l'ala affacciata su Via S. Maria dell'edificio sede degli Istituti di Mineralogia e Geologia. Nella immediata ricostruzione del dopoguerra fu modificata la struttura dell'edificio aggiungendo un piano che consentì di ottenere gli spazi per l'Istituto di Antropologia e Paleontologia umana e per le abitazioni dei Direttori degli Istituti: Stefano Bonatti al terzo piano e Livio Trevisan al secondo.
Il Palazzo del Granduca dopo un bombardamento nel 1945
Nel dopoguerra la rinascita dell'Università di Pisa è rapida e vigorosa (25), la ricerca e la didattica si rinnovano e si sviluppano, le conoscenze, le strumentazioni, i metodi sperimentali sono nuovi e diversi rispetto al passato, e comincia la tappa finale del cammino che conduce al Dipartimento di Scienze della Terra. Questa nuova stagione delle Scienze della Terra a Pisa è sviluppata e guidata da uno straordinario gruppo di ricercatori-docenti, numericamente limitato ma di capacità e livello intellettuale quasi unici:
Stefano Bonatti, laureato in chimica, dal 1926 assistente di Mineralogia nell'Istituto di Giovanni D'Achiardi, in cattedra di Mineralogia a Messina dal 1 gennaio 1939; a seguito della malattia di Giovanni D'Achiardi, rientra a Pisa, alla fine del 1939, come professore di Petrografia per passare poi alla Mineralogia nel 1942. Stefano Bonatti è stato un maestro della cristallografia morfologica ed ottica, un grande specialista della petrografia al microscopio polarizzante, un cristallografo strutturale di valore. E' stato inoltre un antesignano della diffrattometria a raggi X applicata allo studio di corpi cristallini naturali e artificiali. Già negli anni '30 del secolo passato, in collaborazione con i colleghi fisici Tullio Derenzini e De Donatis, realizzava i primi diffrattogrammi utilizzando rudimentali generatori di raggi X fabbricati "in casa". Numerosi sono gli allievi di Stefano Bonatti, fra i quali da ricordare Glauco Gottardi (Fiume, 3.2.1928 - Modena 1.9.1988) (26), mineralista di fama internazionale nella seconda metà del secolo scorso.
Livio Trevisan, geologo e geografo fisico (ha insegnato queste due discipline e ad esse afferiscono il maggior numero dei suoi scritti), ma attivo anche in altri campi delle scienze naturali, con numerosi ed ugualmente importanti scritti di Biologia, Paleontologia, Glaciologia, divulgazione scientifica, ed autore di apprezzati testi didattici. Nel 1931 si laurea in Scienze naturali all'Università di Padova, dal 1933 al 1939 è assistente di Geologia all'Università di Palermo, nel 1939 è chiamato a Pisa come direttore incaricato dell'Istituto di Geologia e Paleontologia dove, dal 1940 copre la cattedra di Geologia. Figura di ricercatore d'avanguardia, di pensiero avvincente e innovatore, didatta affascinante, uomo di grande umanità, resterà nel pensiero e nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e, per i meno fortunati che non l'hanno incontrato di persona, sarà sempre disponibile l'eredità culturale dei suoi scritti. Uomo di grande cultura, Trevisan è stato anche musicista a livello professionale (orchestrale di violino) e, per quanto daltonico, fotografo di altissima qualità nelle immagini a colori. Si potrebbero raccontare molti aneddoti sulle capacità grafiche di Trevisan, con la macchina fotografica o con qualunque dispositivo capace di tracciare segni. Indimenticabile era la sua capacità di disegnare a mano coppie di immagini stereoscopiche che ci insegnava a vedere a occhi nudi, senza ausilio di strumenti. In campo didattico, Trevisan ha contribuito alla stesura della II edizione dell' "L'Atlante dei tipi geografici" edito dall'IGM (1948), punto di riferimento della geografia e della geografia fisica per generazioni di studenti.; in campo geologico va ricordata la sua "Introduzione alle Geologia", in collaborazione col suo allievo Gaetano Giglia, adottata anche da altre Università italiane e ristampata più volte dal 1978 al 1982, come pure il notissimo " La Terra " (1958-1987), in collaborazione con il collega Ezio Tongiorgi e tutt'ora indispensabile corredo didattico per gli insegnanti dei licei italiani.
Guido Tavani, laureato in Scienze naturali, paleontologo, allievo di Stefanini, in cattedra di Paleontologia dal 1956.
Di salute cagionevole per infezioni contratte durante le spedizioni scientifiche in Africa, Guido Tavani ha completato le ricerche del suo maestro Stefanini, approfondite le ricerche su fossili mesozoici e quaternari della Toscana, ingrandito e organizzato il Museo di Paleontologia.
Ezio Tongiorgi (Milano 12 marzo 1912 - Pisa 28 agosto 1987), la più complessa delle figure che operarono a Pisa, nel dopoguerra, nelle Scienze della Terra. Laureato in Scienze naturali, libero docente in Botanica, nell'immediato dopoguerra è direttore incaricato dell'Istituto di Botanica, poi di quello di Antropologia e Paleontologia umana e dell'Istituto di Geografia della Facoltà di Lettere, tiene per incarico gli insegnamenti di Botanica e Biologia generale in Facoltà di Scienze e di Geografia in Facoltà di Lettere. In seguito Tongiorgi si occuperà di altri settori propri delle Scienze della Terra quali la Geotermia , la Geocronologia, la Geochimica isotopica, la Geologia e Paleontologia del Quaternario, ma contemporaneamente anche di Museologia scientifica, di Beni culturali, di Scienze sussidiare dell'Archeologia, eccetera, eccetera. Dunque un personaggio onnisciente: ma sarebbe sbagliato pensare che questa estrema disparità di interessi lo qualifichi come un dilettante. In tutti i campi è stato ricercatore di qualità, in molti di grande eccellenza ma soprattutto in tutti i campi ha sviluppato idee innovative. Docente affascinante, trascinatore di giovani, non era invece facile, per sue caratteristiche caratteriali, collaborare con lui. Fra i suoi molti allievi ricordiamo con nostalgia Sergio Borsi, scomparso anni fa, e Giorgio Ferrara che ci ha invece lasciato da poco.
Giorgio Marinelli (Firenze, 28 ottobre 1922 - Pisa, 28 marzo 1993) giovane fiorentino, laureato in Scienze naturali. Terminata la guerra, appena rientrato da un campo di concentramento tedesco, alla fine del 1945 viene a Pisa come assistente. Dotato di una memoria prodigiosa, Giorgio Marinelli possedeva una profonda cultura umanistica, storico-filosofico-artistica, acquisita prevalentemente nei suoi anni scolastici giovanili ed in seguito continuamente coltivata. Nel campo scientifico le sue doti principali stavano nell'originalità ed innovatività di un pensiero che affondava le sue radici in una straordinaria intuizione che lo guidava velocemente e con sicurezza alla individuazione e soluzione di problemi complessi. A queste doti, per comprendere il valore e l'unicità di Giorgio Marinelli, si deve aggiungere una innata sensibilità naturalistica, affinata negli anni di studio e di applicazione, che gli consentiva, sul terreno ed al microscopio, una "visione" completa dei fenomeni geologici, senza che gli sfuggisse il minimo particolare. Giorgio Marinelli è stato grande petrografo del magmatico, vulcanologo di eccellenza, fondatore della geotermia moderna. Alla sua scuola sono cresciuti numerosi valenti ricercatori.
Nel 1946, intanto che la vita accademica rinasce, mentre si ricostruiscono gli edifici distrutti, si recuperano le strumentazioni ed il materiale bibliografico, ulteriormente danneggiati dall'alluvione dell'Arno del novembre 1944, rinnovatasi poi nel 1949, i 5 personaggi sopra citati, insieme ad Enzo Giannini, geologo, che presto vincerà la cattedra di geologia applicata a Siena, chiedono l'attivazione a Pisa del corso di laurea in Geologia, nuova offerta didattica che completa gli indirizzi delle Scienze naturali. A riconoscimento di quanto compiutamente i diversi indirizzi di ricerca dei proponenti coprono i molteplici aspetti delle Scienze della Terra, l'approvazione è immediata ed il corso di laurea è attivato già nell'anno accademico 1946-47, quasi come dichiarazione programmatica dell'impegno che i docenti promotori dedicheranno all'iniziativa. E difatti, entro dieci anni, la situazione è molto cambiata: gli edifici sono ricostruiti, il piano Marshall ha permesso di acquisire strumentazioni moderne e di valore (diffrattometro di polveri a raggi X), il corso di laurea in Geologia lavora a pieno regime (circa 150 matricole iscritte nell'anno accademico 1956-57), collaborazioni di ricerca sono istituite entro l'Università di Pisa e con altre sedi universitarie. Uno degli eventi più rilevanti è la nascita nel 1954, per iniziativa di Ezio Tongiorgi e con l'appoggio di Bonatti e Trevisan, del Laboratorio di Geologia nucleare, struttura di ricerca nella quale geologi, fisici, chimici, naturalisti lavorano fianco a fianco per mettere a punto metodologie innovative per acquisire dati richiesti in svariati campi delle Scienze della Terra. L'iniziativa pose Pisa all'avanguardia in questo settore disciplinare, qualificandola, per lungo tempo, leader indiscussa in Europa della geochimica isotopica Numerosi gli stranieri che hanno speso tempi di ricerca più o meno lunghi presso il Laboratorio, e numerosi anche i ricercatori, allievi di Ezio Tongiorgi e formatisi nel Laboratorio, che hanno portato la geochimica isotopica in altre sedi universitarie italiane e in Laboratori del CNR. In quegli stessi anni, sotto la guida di Ezio Tongiorgi e quindi nell'ambito culturale complessivo delle Scienze della Terra o per lo meno collegati con queste, crescevano l'Istituto di Antropologia e Paleontologia umana e le Scienze Sussidiarie dell'Archeologia che oggi si indicano preferibilmente come Archeometria. Mancano ormai pochi passi per giungere alla costituzione del Dipartimento di Scienze della Terra. Negli anni '50, con sede presso l'Istituto di Geologia e Paleontologia, viene istituito dal CNR il Centro di Studi per la Minerogenesi , la Petrogenesi e la Tettogenesi dell'Appennino, che prenderà in seguito il nome di Centro di Studi per la Geologia Strutturale e Dinamica dell'Appennino, per confluire infine nel 2002 nell'Istituto di Geoscienze e Georisorse.
Nel 1968 e, dieci anni dopo, nel 1978 muoiono Stefano Bonatti e Guido Tavani e vengono così a mancare due dei "padri fondatori" delle attuali Scienze della Terra a Pisa. A seguito di successivi aumenti degli organici nazionali di docenti universitari e di leggi e decreti di riforma cambia radicalmente la composizione qualitativa e quantitativa del personale che svolge attività didattica, di ricerca e di supporto nelle strutture universitarie. In parallelo alle strutture universitarie e per iniziativa del gruppo di docenti universitari impegnati nelle Scienze della Terra, nascono a Pisa due Istituti del CNR: l'Istituto internazionale per le Ricerche Geotermiche, fondato nel 1965, e l'Istituto di Geocronologia e Geochimica Isotopica, nel .
Finalmente, nel 1981, a seguito del DPR 382 del 11 luglio 1980, riunendo in una struttura unica gli Istituti di Mineralogia e Petrografia, di Geologia e Paleontologia ed il Laboratorio di Geologia nucleare, viene costituito il Dipartimento di Scienze della Terra, uno fra i primi dell'Università di Pisa. Nelle assemblee ove si discuteva di come configurare il nuovo Dipartimento, a conferma del clima di sostanziale collaborazione che era sempre esistito fra i ricercatori delle strutture interessate, fu immediatamente unanime la decisione di realizzare una struttura unica a coprire l'intero ambito disciplinare delle Scienze della Terra. Non fu trovato invece un accordo con l'Istituto di Antropolgia e Paleontologia umana, tradizionalmente legato agli Istituti che intendevano riunirsi nel Dipartimento di Scienze della Terra; per specificità di indirizzi di ricerca i docenti dell'Istituto di Antropologia e Paleontologia umana preferirono afferire in parte al Dipartimento di Scienze archeologiche ed in parte al Dipartimento di Biologia.
La storia del Dipartimento, dalla sua costituzione ad oggi, si legge in altre parti di questo sito. Vi sono però ancora alcuni avvenimenti che mi pare giusto ricordare in questa sede. Ezio Tongiorgi, Giorgio Marinelli, Livio Trevisan muoiono rispettivamente nel 1987, nel 1993, nel 1996; scompaiono con loro gli ultimi tre grandi protagonisti dello sviluppo delle Scienze della Terra, a Pisa, nel secondo dopoguerra.
Lo stesso DPR 382 del 1980 consente l'attivazione di Scuole di dottorato di ricerca. Il Dipartimento appena costituito si muove con grande rapidità e già nel 1983, presso il Dipartimento, è attiva una Scuola di Dottorato, fra le prime dell'Università di Pisa. Con la precisa intenzione che la formazione specialistica del ricercatore si debba realizzare in un ambiente culturalmente aperto, considerata la presenza a Pisa delle strutture di ricerca CNR, operanti in Scienze della Terra, capaci di garantire, in appoggio al Dipartimento, i più ampi supporti logistici ai dottorandi, per la Scuola di dottorato fu scelta la dizione ampia "Scienze della Terra" ed una organizzazione interna in diversi curricula.
Negli anni 1984 e 1985 le ricche collezioni paleontologiche e mineralogiche del Dipartimento vengono trasferite nel realizzando Museo di Storia Naturale e del Territorio, con sede nella Certosa di Calci, ultima delle iniziative di Ezio Tongiorgi. Si apre così una rinnovata fase di ricerca museale, sviluppata dai conservatori del Museo in stretta collaborazione con il Dipartimento.
La storia ora tracciata è, per necessità di cose, incompleta, riduttiva e rozzamente sbozzata; i pensieri sono espressi in modo incompleto perché non vi è tempo né spazio per completarli con le infinite precisazioni che occorrerebbero per trasmetterne con chiarezza i contenuti; difficile soprattutto parlare dei grandi Maestri conosciuti personalmente, ammirati, rispettati ed amati. Mi pare tuttavia che un messaggio sia chiaro: il nostro Dipartimento ha un passato glorioso di didattica, di ricerca, di impegno civile, un presente degno del suo passato, un futuro che auguriamo ricco di giovani entusiasti capaci di superare i loro maestri.
A cura di Marco Franzini e di Marco Tongiorgi.
1- Molte delle notizie storiche citate nel seguito sono in: Garbari F., Tongiorgi Tomasi L., Tosi A - ""Giardino" dei Semplici" , Edizioni Plus, Università di Pisa (2002). Nel seguito il riferimento a questo testo sarà citato come " "Giardino" ", seguito dal numero di pagina.
2 - "Giardino" , 7.
3 - "Giardino" , 11 e seguenti.
4 - Per le notizie su l'opera del Mattioli si veda: S. Ferri (a cura di) - "Pietro Andrea Mattioli - La Vita , Le Opere" . Quattroemme ed., Perugia, 1997.
5 - M. Franzini - "Le materie minerali nei "Discorsi". In: S. Ferri (a cura di) - "Pietro Andrea Mattioli - La Vita , Le Opere" . Quattroemme ed., Perugia, 1997..
6 - Le opere di Agricola sono liberamente leggibili in rete, in latino. Della prima edizione latina del 1556 del " De re metallica " esiste una traduzione in lingua inglese, effettuata nel 1912 da Herbert Clark Hoover e sua moglie Lou Henry Hoover. E' leggibile in rete ed è veramente ottima.
7 - Lettera di Luca Ghini a Pier Francesco Riccio, 4 luglio 1545. In: "Giardino" , 211
8 - "Giardino" , 16
9 - "Giardino" , 17
10 - "Giardino" , 213
11 - "Giardino" , 217
12 - R. Porter - " La geologia dalle origini alla fine del XVIII secolo ". In " Storia delle Scienze. Natura e vita - Dalle antichità all'Illuminismo ", Giulio Einaudi ed., 1992, 550-589.
13 - "Giardino" , si vedano le Tavole cronologiche a pag. 245
14 - "Giardino" , 26
15 - P. Corsi -" La Geologia ". In " Storia dell'Università di Pisa - 1737- 1861" , 2(3), Plus ed., 889-928.
16 - M. Tongiorgi - " Paolo Savi, uno studioso pisano alle origini della moderna geologia ". In " Cascina: segni d'arte e di cultura in un centro della pianura pisana ", Italia Nostra ed., Litografia, Tipografia Varo, 2007, in stampa.
17 - "Atti della Prima Riunione degli Scienziati Italiani" , quarta edizione con aggiunte, Pisa, Nistri-Lischi ed., 1939" , stampa anagrafica realizzata da Industrie Grafiche Pacini, Pisa per conto di Nistri-Lischi ed., Pisa, 1989,
18 - "Atti della Prima Riunione degli Scienziati Italiani ", stampa anagrafica, 1989, pag. IV.
19 - L. Pilla - "Poche parole sul tremuoto che ha desolato i paesi della costa toscana" . In: 'Il terremoto delle Colline Pisane del 1846. Cinque testimonianze coeve' (con introduzionedi Deniso Ulivieri e commento di Marco Della Pina), Tagete ed., Pontedera (Pi), 2004.
20 - L. Pilla - " Notizie storiche della mia vita quotidiana a cominciare dal 1 mo Gennaro 1830 in poi" . A cura di Massimo Discenza, Vitmar ed., 1996.
21 - L. Pilla - "Istoria del tremuoto che ha devastato i paesi della costa toscana il 14 agosto 1846" . In: 'Il terremoto delle Colline Pisane del 1846. Cinque testimonianze coeve' (con introduzione di Deniso Ulivieri e commento di Marco Della Pina), Tagete ed., Pontedera (Pi), 2004.
22 - S. Bonatti - "Giovanni D'Achiardi", Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., 80 (1946), IX-XX, (con elenco delle pubblicazioni).
23 - M. Tongiorgi - " Per i cento anni della Paleontografia Italica", Palaontographia Italica, Raccolta di monografie paleontologiche fondata da Mario Canavari nell'anno 1895, pubblicata a cura della Società Toscana di Scienze Naturali, 83 (1995), Pacini ed.., I-II
24 - http:// www.stsn.it/storia.html
25 - "L'Ateneo di Pisa nell'età della ricostruzione" . In: "Storia, ricordi, immagini" , Plus ed., Pisa University Press, 2006.
26 - http://biblio.adm.unipi.it:8081/archiviofoto/index.html
27 - Il quarantesimo volume delle Memorie della Società Geologica Italiana (1993) contiene scritti in onore di Livio Trevisan, il curriculum vitae e l'elenco delle pubblicazioni.
28 - Per un elenco delle pubblicazioni di Giorgio Marinelli vedere: Barberi F. - " Giorgio Marinelli" - Boll. Soc. Geol. It., 114 (1995), 311-318.
Regolamento del Dipartimento di Scienze della Terra
Emanato dal Rettore il 10 luglio 2013 con delibera del DST n.52 del 19 giugno 2013
Articolo 1 - Il Dipartimento
1. Il Dipartimento di Scienze della Terra, d’ora in avanti denominato “Dipartimento” è una struttura scientifica e didattica dell'Ateneo deputata alla promozione, alla divulgazione e all'organizzazione della ricerca scientifica e tecnologica nell’ambito dei settori di ricerca delle Scienze della Terra di cui all’allegato 1 e dei relativi insegnamenti. Eventuali modifiche all’allegato non comportano modifiche al presente regolamento.
2. Svolge, promuove, coordina e gestisce attività di ricerca svolte nel proprio ambito nel rispetto dell'autonomia scientifica dei singoli docenti e del loro diritto ad accedere direttamente ai finanziamenti per la ricerca.
3. Garantisce a tutti gli afferenti un equo e regolamentato accesso alle sue risorse.
4. E’ sede di Centri di cui all’articolo 39 dello Statuto di Ateneo.
5. In collaborazione con i Consigli di Corso di Studio, organizza ed esercita le attività didattiche per il conseguimento delle lauree e delle lauree magistrali previste dallo Statuto universitario e dal Regolamento didattico di ateneo mettendo a disposizione le proprie risorse umane e materiali.
6. Il Dipartimento ha sede amministrativa in via S. Maria 53 – 56126 Pisa.
7. E’ sede amministrativa e consorziata di dottorati di ricerca e organizza le attività necessarie al loro svolgimento.
8. E’ sede di Corsi di perfezionamento, di master universitari, di cui promuove e gestisce le attività.
9. Afferiscono al Dipartimento i Corsi di laurea, di laurea magistrale, di dottorato di ricerca, di master e di perfezionamento di cui all’Allegato 1. L’elenco dell’Allegato 1 è automaticamente aggiornato in base alle decisioni del Consiglio di Dipartimento, del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione relative all’istituzione dei Corsi di laurea, laurea magistrale, dottorato di ricerca, master e perfezionamento.
Articolo 2 - Autonomia dipartimentale
1. Il Dipartimento ha autonomia amministrativa e gestionale e la esercita nelle forme previste dallo Statuto e dal Regolamento di ateneo per l`amministrazione, la finanza e la contabilità.
Articolo 3 - Personale docente e tecnico-amministrativo
1. Afferiscono al Dipartimento i professori e i ricercatori che sono impegnati nei settori di ricerca delle Scienze della Terra e nei relativi insegnamenti, secondo le modalità previste dallo Statuto e dal Regolamento generale di Ateneo.
2. Il Dipartimento è dotato del personale tecnico-amministrativo assegnato alla struttura.
3. Il personale del Dipartimento concorre alle attività istituzionali della struttura.
Articolo 4 - Organi del Dipartimento
1. Sono organi del Dipartimento: il Direttore, il Consiglio, la Giunta, la Commissione paritetica docenti-studenti.
Articolo 5 - Il Direttore e Vice Direttore del Dipartimento
1. Le figure del Direttore e del Vice Direttore, le relative attribuzioni e funzioni, e quant’altro riguardante le suddette cariche, sono regolate dallo Statuto dell’Università di Pisa (art. 24, co. 1, 2, 3, 7, 8).
Articolo 6 - Elezioni del Direttore
1. Il Direttore è eletto ai sensi dell’articolo 24 dello Statuto di Ateneo.
2. Nei sei mesi precedenti la naturale scadenza del mandato il Decano dei professori ordinari afferenti al Dipartimento avvia il procedimento per il rinnovo della carica di Direttore, stabilendo a tale scopo le date della riunione del corpo elettorale e delle votazioni che devono concludersi entro trenta giorni successivi alla data di avvio delle procedure. Le date della riunione del corpo elettorale e delle elezioni devono essere comunicate agli interessati almeno dieci giorni prima. Tra la riunione del corpo elettorale e il primo turno di votazione devono intercorrere almeno cinque giorni lavorativi. Le eventuali disponibilità a ricoprire la carica di Direttore emerse nel corso della riunione del corpo elettorale non sono comunque vincolanti. Tra il primo turno di votazione, che deve svolgersi almeno trenta giorni prima della scadenza del mandato, e l’eventuale secondo turno devono intercorrere almeno cinque giorni lavorativi. Il seggio è composto da tre membri: il Decano o un suo delegato, con funzioni di presidente, un professore, il Responsabile amministrativo del Dipartimento o un suo delegato, con funzioni di segretario. Ciascun elettore può esprimere un solo voto di preferenza. Alla chiusura delle votazioni, il presidente del seggio redige un verbale ove sono riportati la data e il luogo delle votazioni, l'elenco degli aventi diritto al voto, l'elenco dei votanti e i voti riportati da ciascun candidato, il numero delle schede bianche e nulle. Il verbale è immediatamente trasmesso al rettore per i provvedimenti conseguenti.
Articolo 7 - Il Consiglio di Dipartimento
1. La composizione, l’elezione delle rappresentanze e le attribuzioni del Consiglio di Dipartimento sono disciplinate dall’art. 25 dello Statuto e dal Regolamento generale di Ateneo.
Articolo 8 - Funzionamento del Consiglio di Dipartimento
1. Il Direttore, in qualità di Presidente, convoca le sedute del Consiglio di Dipartimento fissando il relativo ordine del giorno e ne dirige i lavori. Con richiesta scritta, almeno un quarto, arrotondato all’intero superiore, dei membri del Consiglio può proporre l’inserimento di un argomento nell’ordine del giorno; il Direttore è tenuto ad inserire l’argomento richiesto nel primo Consiglio di Dipartimento da tenersi non oltre quarantacinque giorni dalla richiesta.
2. La convocazione, contenente l’indicazione dell’ordine del giorno, deve essere effettuata mediante invio, anche per sola via telematica, di comunicazione personale a tutti i membri del Consiglio di Dipartimento, spedita almeno cinque giorni prima dell’adunanza; copia della comunicazione deve essere contemporaneamente resa disponibile ai membri del Consiglio. Il Consiglio si riunisce inoltre ogni qualvolta sia ritenuto necessario per iniziativa del Direttore o su motivata richiesta scritta di almeno un terzo dei suoi membri. Il Consiglio dovrà essere convocato entro 20 giorni dal ricevimento della richiesta. In caso di urgenza, da giustificare come punto 1) all’ordine del giorno, la comunicazione può essere effettuata anche 24 ore prima della data fissata per la riunione.
3. Nell’ordine del giorno devono essere indicati separatamente gli argomenti per i quali il Consiglio delibera in composizione ristretta. Inoltre devono essere espressamente indicate le deliberazioni da assumere con maggioranza qualificata laddove prescritta.
4. I fascicoli istruttori relativi ad argomenti inseriti nell’ordine del giorno devono essere depositati presso la segreteria del Dipartimento almeno ventiquattro ore prima dell’orario fissato per la seduta e, ove possibile, inviati per posta elettronica o resi disponibili ai membri del Consiglio.
5. II Consiglio di Dipartimento è regolarmente costituito quando sono presenti la metà più uno degli aventi diritto, con arrotondamento per difetto. Nel computo del suddetto numero legale non si tiene conto di coloro che abbiano giustificato per iscritto o per via telematica la propria assenza. Nei calcoli di cui sopra si tiene conto dei professori e dei ricercatori in aspettativa, in alternanza o in congedo soltanto se intervengono all’adunanza. Ai fini della validità dell’adunanza deve comunque essere presente almeno un terzo degli aventi diritto.
6. Il numero legale viene verificato dal Direttore all’inizio della seduta, salva ogni richiesta di verifica avanzata da uno qualsiasi dei presenti.
7. In apertura di seduta possono essere presentate, da parte del Presidente o di un membro del Consiglio presente, proposte di modifica dell'ordine di trattazione degli argomenti. Tali modifiche sono subordinate alla approvazione del Consiglio.
8. Salvo quanto diversamente disposto, le deliberazioni sono prese con voto palese a maggioranza dei presenti. Nel calcolo delle maggioranze si tiene conto dei professori e ricercatori in aspettativa obbligatoria per situazioni di incompatibilità o in alternanza ex art. 17 DPR 382/80 soltanto se intervengono all’adunanza.
9. Alla votazione per scrutinio segreto si procede nel caso in cui ciò sia prescritto dalle leggi o dai regolamenti o disposto da circolari ministeriali, ovvero venga deliberato dal Consiglio.
10. La votazione nominale deve essere chiesta da almeno tre membri del Consiglio. La richiesta deve essere formulata al momento in cui il Presidente, chiusa la discussione, dichiara doversi procedere al voto e prima che egli abbia invitato il Consiglio a votare per alzata di mano.
11. Il voto per alzata di mano è soggetto a controprova su richiesta di almeno un membro del Consiglio.
12. La votazione si fa normalmente sul complesso della proposta, salvo i casi in cui il Consiglio, su istanza di almeno tre membri del Consiglio, ritenga necessario procedere alla votazione per parti separate, fermo restando comunque che deve esserci un’approvazione finale e definitiva della proposta nel suo complesso. Quando siano stati proposti emendamenti, la votazione sugli emendamenti stessi ha la precedenza, in ordine inverso dalla distanza dell’emendamento dal testo originale.
13. Dopo la fine della discussione e prima che si proceda alla votazione, ciascun membro del Consiglio può esprimere una dichiarazione di voto, adducendo argomentazioni non già esposte nella precedente discussione sull'argomento.
14. Nessuno può prendere parte al voto nelle questioni che lo riguardano personalmente o che riguardano il coniuge, i parenti o affini fino al 4° grado.
15. I verbali delle sedute devono essere approvati nella medesima seduta o in quelle immediatamente successive e devono essere firmati dal Presidente e dal Responsabile amministrativo. Se il verbale non è approvato seduta stante, esso va inviato per posta elettronica o reso disponibile ai membri del Consiglio almeno cinque giorni prima della seduta in cui deve essere approvato. Eventuali proposte di correzione del verbale relativamente alle proprie dichiarazioni dovranno essere presentate per iscritto al Presidente almeno 48 ore prima della seduta successiva a quella cui il verbale si riferisce, e rese note a tutti i componenti prima dell’approvazione del verbale stesso.
16. Gli originali dei verbali sono conservati a cura della segreteria del Dipartimento e, dopo la loro approvazione, sono inviati a tutti i membri del Consiglio per posta elettronica o resi disponibili ai membri del Consiglio.
Articolo 9 - La Giunta del Dipartimento
1. La Giunta è organo con compiti istruttori su tutte le materie attribuite al Consiglio di Dipartimento e coadiuva il Direttore del Dipartimento nell’esercizio delle sue funzioni per lo svolgimento delle attività di cui all'art. 25 dello Statuto, comma 2, ad eccezione di quelle di cui alle lettere i. e m., nei limiti delle deleghe assegnate dal Consiglio del Dipartimento.
2. La Giunta è composta dal Direttore, che la presiede e la convoca, dal Vice Direttore, da due rappresentanti dei professori ordinari, due rappresentanti dei professori associati e due rappresentanti dei ricercatori, da un rappresentante del personale tecnico-amministrativo, da un rappresentante degli studenti, da un rappresentante dei dottorandi e assegnisti. Alle riunioni della Giunta partecipa il Responsabile amministrativo del Dipartimento, senza diritto di voto, con funzioni di segretario verbalizzante. La Giunta dura in carica per tutta la durata del mandato del Direttore del Dipartimento.
Articolo 10 - Elezioni dei componenti della Giunta
1. L'elezione è indetta dal Direttore del Dipartimento dopo la sua nomina. Le elezioni devono svolgersi entro un mese dall’insediamento del Direttore del Dipartimento che indice le elezioni almeno 10 giorni prima della data prevista del voto.
2. Per il personale docente, l'elettorato attivo e passivo spetta a tutti i docenti costituiti in un unico collegio. Per il personale tecnico amministrativo, l'elettorato attivo spetta a tutto il personale in servizio, mentre quello passivo è limitato ai rappresentanti eletti nel Consiglio di Dipartimento. Per i dottorandi e assegnisti, l’elettorato attivo coincide con l’elettorato attivo per l’elezione dei componenti del Consiglio, mentre quello passivo è limitato ai rappresentanti eletti nel Consiglio di Dipartimento. Per gli studenti, l’elettorato attivo e passivo è limitato ai rappresentanti eletti nel Consiglio di Dipartimento.
3. L'elezione dei membri di Giunta avviene a scrutinio segreto con voto limitato nell'ambito delle singole componenti secondo quanto disposto dall'art. 49 dello Statuto. Il seggio per le elezioni è composto dal Direttore o da un suo delegato come presidente, e da due rappresentanti delle categorie interessate alle elezioni, di cui uno con funzioni di segretario. Ogni elettore può esprimere una sola preferenza, scrivendo sulla scheda il nome e il cognome del candidato scelto. Ogni votazione è valida se ha partecipato almeno il 30% degli aventi diritto al voto, fatta eccezione per quella degli studenti per i quali è previsto un quorum di validità del 10% degli aventi diritto al voto. Il mancato raggiungimento del quorum per una o più categorie non pregiudica la validità della composizione dell’organo, purchè il numero dei componenti sia pari alla metà più uno. In tal caso le votazioni saranno nuovamente indette entro e non oltre un mese dal Direttore del Dipartimento Risulta eletto il candidato che ha ottenuto più voti. Per i membri docenti e del personale tecnico-amministrativo, in caso di parità di voti fra candidati, risulta eletto il candidato più anziano in ruolo o, in caso di ulteriore parità, il più giovane d’età. Per le altre categorie, in caso di parità di voti fra candidati risulta eletto il candidati che risulta iscritto da minor tempo ovvero titolare del contratto di ricerca da minor tempo e, in caso di ulteriore parità, il più giovane d’età. Alla fine delle votazioni la commissione, verificata la regolarità delle procedure, redige un verbale che viene trasmesso al Direttore che procede alla nomina dei componenti.
Articolo 11 - Il funzionamento della Giunta
1. La Giunta è presieduta dal Direttore o, in caso di assenza o di impedimento, dal Vice Direttore.
2. La Giunta è regolarmente costituita quando sono presenti la metà più uno dei suoi componenti, non computandosi coloro che hanno giustificato per iscritto o per via telematica la propria assenza. Il numero legale richiesto ai fini della validità della seduta non può comunque scendere al di sotto di un terzo degli aventi diritto.
3. Le riunioni della Giunta sono convocate dal Direttore mediante comunicazione personale per iscritto o per via telematica almeno cinque giorni prima della riunione. La comunicazione è inviata per conoscenza a tutti i membri del Consiglio. Nei casi di particolare urgenza, tale periodo può essere ridotto a ventiquattro ore.
4. La Giunta delibera su materie delegate dal Consiglio ai sensi dell’art. 26 dello Statuto a maggioranza assoluta degli aventi diritto. Le delibere adottate vengono inserite in un ordine numerico progressivo separato, in aggiunta alle delibere del Consiglio di Dipartimento ed ai provvedimenti di urgenza adottati dal Direttore e ratificati. Il verbale delle delibere della Giunta assume il regime di pubblicità proprio delle delibere del Consiglio di Dipartimento.
Articolo 12 - La Commissione paritetica del Dipartimento
1. Ai sensi dell’art. 27, comma 4 dello Statuto dell’Università di Pisa e del Regolamento generale di Ateneo è istituita presso il Dipartimento di Scienze della Terra la Commissione paritetica di Dipartimento, d’ora in avanti denominata “Commissione”.
2. Per le funzioni della commissione si rinvia a quanto previsto dall’articolo 27, comma 4 dello Statuto di Ateneo.
3. La Commissione è presieduta dal Direttore, o suo delegato, ed è composta da un ugual numero di docenti e di rappresentanti degli studenti in Consiglio di Dipartimento per un totale di commissari pari al 12% dei componenti del Consiglio stesso arrotondato al numero pari superiore, fino ad un massimo di 16 componenti, di cui metà docenti e metà studenti.
4. Per gli studenti, l’elettorato attivo e passivo è limitato ai rappresentanti eletti nel Consiglio di Dipartimento. L’elezione della componente studentesca avviene sulla base delle liste tra loro concorrenti nell’elezione dei rappresentanti in Consiglio di Dipartimento, limitatamente ai rappresentanti eletti in Consiglio. Ciascun elettore può esprimere un solo voto di lista e un numero di preferenze pari ad un terzo del numero dei componenti eleggibili, arrotondato all’intero superiore. La votazione è valida se ha partecipato il dieci per cento degli aventi diritto al voto.
5. In caso di rinuncia alla nomina, di dimissioni dalla carica, di trasferimento in altra struttura o ad altro ateneo, per rinuncia agli studi, o per qualsiasi altra causa di decadenza, la carica è attribuita al candidato che nella medesima lista segue in graduatoria l’ultimo eletto; in mancanza di quest'ultimo, il seggio è attribuito ad una delle altre liste secondo l’ordine dei quozienti, così come stabilito per le elezioni delle rappresentanze studentesche nel Consiglio di Dipartimento. Il mandato del nuovo rappresentante dura fino alla conclusione del mandato interrotto.
6. La commissione di seggio è composta dal direttore del Dipartimento, o da un suo delegato, che lo presiede, dal responsabile amministrativo del Dipartimento, o da un suo delegato, in funzione di segretario, e da un membro designato dal direttore.
7. Alla chiusura delle votazioni, il presidente del seggio redige un verbale ove sono riportati la data ed il luogo delle votazioni, l'elenco degli aventi diritto al voto, l'elenco dei votanti ed i voti riportati da ciascun candidato, il numero delle schede bianche e nulle. Il verbale è immediatamente trasmesso al direttore per i provvedimenti conseguenti.
8. In caso di mancata elezione della componente studentesca in Consiglio di Dipartimento, i rappresentanti degli studenti eletti nei Consigli di Corso di studio afferenti al Dipartimento saranno investiti dell’elettorato attivo e passivo per l’elezione dei propri rappresentanti in seno alla Commissione.
9. Se la rappresentanza studentesca del Consiglio di Dipartimento non consente il raggiungimento della percentuale di cui al comma 3, la Commissione è costituita da tutti i rappresentanti nel Consiglio e da un pari numero di docenti.
10. La componente docente della Commissione è designata dal Direttore tra i professori e i ricercatori facenti parte del Consiglio di Dipartimento.
11. Qualora il rinnovo della componente studentesca comporti una variazione del numero dei rappresentanti, la componente docente della Commissione è immediatamente adeguata, fermo restando il rispetto della percentuale di cui al comma 3, per mantenere la pariteticità.
12. Esercita la funzione di segretario verbalizzante un membro della Commissione designato a tale scopo, il quale può avvalersi del supporto di un funzionario amministrativo.
Articolo 13 - Gestione dei Corsi di laurea interdipartimentali
1. I Dipartimenti interessati cooperano alla gestione ed al corretto funzionamento dei Corsi interdipartimentali riportati nell’Allegato 2; i quali sono caratterizzati dal fatto che il contributo didattico per ogni Dipartimento è superiore al 20% ma inferiore ai due terzi della docenza interna:
2. Viene istituito un Gruppo di Coordinamento che ha un compito consultivo in materia di ordinamenti e regolamenti didattici nonché in materia di programmazione didattica annuale anche in relazione alle coperture degli insegnamenti, in base a quanto deliberato dai relativi Consigli di Corso di studio e/o dalle Commissioni paritetiche. Il Gruppo di coordinamento avrà anche funzioni consultive relativamente all’offerta di personale docente dei dipartimenti interessati al fine di soddisfare i requisiti qualitativi e quantitativi di sostenibilità dei Corsi di studio compartecipati.
3. Il Gruppo di Coordinamento è costituito dai Direttori dei Dipartimenti interessati, dai Presidenti e Vice Presidenti dei Corsi di laurea e da uno studente indicato da e fra i rappresentanti degli studenti di ciascun Corso di laurea.
4. E’ previsto un unico Gruppo di Coordinamento per i diversi Corsi di laurea interdipartimentali a cui concorrono gli stessi Dipartimenti.
Articolo 14 - Le commissioni consultive del Dipartimento
1. Il Consiglio di Dipartimento può istituire commissioni consultive permanenti, stabilendone composizione, funzioni e modalità di designazione dei componenti, fermo restando il potere deliberativo del Consiglio stesso. Le Commissioni interne esercitano funzioni consultive e/o istruttorie; in particolare l’attività istruttoria è prevista come strumentale rispetto a quella della giunta. In considerazione delle competenze e delle tematiche trattate, la commissione includerà le componenti del Consiglio interessate.
2. La composizione di suddette commissioni va rinnovata ogni due anni. I membri delle commissioni non possono essere rieletti per più di due mandati consecutivi.
Articolo 15 - Spazi e attrezzature del Dipartimento
1. Hanno diritto a fruire di postazioni individuali all’interno del Dipartimento nel rispetto delle condizioni e dei limiti definiti dal Consiglio di Dipartimento:
- i docenti e i ricercatori del Dipartimento;
- i docenti emeriti del Dipartimento;
- il personale tecnico/amministrativo del Dipartimento (anche a tempo determinato)
2. Hanno diritto a fruire di postazioni condivise all’interno del Dipartimento nel rispetto delle condizioni e dei limiti definiti dal Consiglio di Dipartimento:
- gli assegnisti del dipartimento
- i dottorandi regolarmente iscritti ad un Corso di Dottorato afferente al Dipartimento
- i borsisti del Dipartimento
- i docenti a contratto, con incarico di insegnamento attivo, per un'attività didattica relativa ai Corsi di studio di cui il Dipartimento è struttura di riferimento o di afferenza.
3. Vengono altresì ammessi a frequentare gli spazi ed utilizzare le attrezzature in dotazione al Dipartimento nel rispetto delle condizioni e dei limiti definiti dal Consiglio di Dipartimento:
- i docenti e i ricercatori ospiti del Dipartimento;
- gli iscritti ai master del Dipartimento;
- gli iscritti ai Corsi di perfezionamento del Dipartimento;
- i laureandi il cui relatore appartenga al personale docente del Dipartimento;
- i collaboratori esterni con contratto di lavoro autonomo stipulato con il Dipartimento;
- i cultori della materia.
- gli studenti iscritti ai Corsi di studio nei quali vengono impartiti insegnamenti facenti capo al Dipartimento;
- il personale di Enti di ricerca convenzionati e consorziati.
Articolo 16 - Laboratori
1. Con delibera a maggioranza degli aventi diritto del Consiglio di Dipartimento, possono essere istituite strutture interne detti Laboratori. Il Dipartimento ne disciplina la formazione e il funzionamento con apposito regolamento.
2. Le funzioni e le attività dei Laboratori sono rivolte alla ricerca, di base ed applicata, nel campo delle Scienze della Terra, alla didattica, alle certificazioni demandate da disposizioni di Legge e ad altre prestazioni a pagamento per conto terzi.
3. Ogni Laboratorio ha un Coordinatore di Laboratorio (nel seguito anche “Responsabile”), individuato dal Consiglio di Dipartimento tra i docenti e i ricercatori della struttura. Il Responsabile coordina le attività del Laboratorio di cui ai commi 2 e 3 del presente articolo, ed è tenuto a presentare al Direttore e al Consiglio, con cadenza annuale o su richiesta del Direttore, una relazione delle attività svolte e un programma delle attività future.
Articolo 17 - Convocazione delle assemblee studentesche
1. Gli studenti hanno diritto di riunirsi, nei locali in cui si svolge l'attività didattica, nel rispetto delle modalità indicate nel presente articolo.
2. Le riunioni sono indette con ordine del giorno su materie di interesse studentesco e relative alla formazione.
3. Le assemblee che comportano la sospensione dell’attività didattica non possono essere più di due al mese e non possono eccedere le venti ore annue.
4. Le richieste di sospensione dell'attività didattica devono pervenire al Direttore di Dipartimento con un preavviso di almeno quattro giorni lavorativi e devono essere formulate garantendo, nell’ambito del semestre, un’alternanza di giorni o di orari impegnati.
5. Le richieste di sospensione dell'attività didattica possono essere:
- ordinarie: tali richieste possono essere presentate dai rappresentanti di ciascuna delle liste presenti in Consiglio. Ogni lista non potrà avanzare richieste per più di dieci ore annue e il totale delle richieste di tipo ordinario non potrà eccedere le quindici ore annue;
- straordinarie: tali richieste possono essere presentate o dalla totalità delle liste o attraverso la sottoscrizione effettuata da almeno cinquanta studenti non rappresentanti. Le richieste di tipo straordinario non possono eccedere il totale di cinque ore annue.
Articolo 18 - Approvazione e modifiche del regolamento
1. Il presente Regolamento è approvato ed emanato ai sensi di quanto previsto all’articolo 46 dello Statuto e del Regolamento generale di Ateneo. Il Regolamento entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della pubblicazione sul sito di ateneo.
2. Le proposte di modifica al presente Regolamento dovranno essere presentate da un minimo di un quinto dei membri del Consiglio di Dipartimento ed approvate ed emanate con la stessa procedura di cui al comma precedente.
Articolo 19 - Disposizioni finali
1. Per quanto non previsto dal presente regolamento, si applicano le norme dell’ordinamento universitario nazionale, dello Statuto e del Regolamento generale di Ateneo.
Note legali
Le presenti note legali derivano dal portale di Ateneo e sono state redatte conformemente alla Linee Guida per i siti web delle P.A. del 2011 del Ministro della pubblica amministrazione e della semplificazione.
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I processi di assicurazione della qualità garantiscono il raggiungimento degli obiettivi che il DST si è posto per Ricerca, Didattica e Terza Missione, attraverso l'individuazione di persone e organi preposti a mettere in opera le azioni individuate e a monitorarne i risultati (piano di prospettiva DST e adempimenti qualità verbale CdD 14.6.2018 - nomina referente AQ verbale CdD 22.12.2016 provv. n. 93)
DOCUMENTI PROGRAMMATICI
PIANO STRATEGICO 2020-2022 approvato nel CdD del 2.04.2020 del.35
SISTEMA DI GESTIONE - Linee strategiche, azioni e monitoraggio
Ricerca
- Valorizzazione delle competenze e rafforzamento della ricerca:
- Prospettive future della ricerca - costituito Gruppo di lavoro Ricerca (verbale CdD 22.02.2018) - Documento di sintesi 2018 presentato al CdD (verbale CdD 13.12.2018)
- Implementazione dei laboratori del DST - approvazione Linee Guida per l'accesso (del.7 CdD 9.11.2018) - nuove pagine web lab DST
- Piano triennale strumentazione 2018-2020- Acquisizione SEM-EDS, LA-ICP-MS, Laser particle sizer (del.5 CdD 16.11.2017; del.18 CdD 7.12.2017; punto 5.1 OdG CdD 14.6.2018; del.59 CdD 10.9.2018)
- Internazionalizzazione della ricerca
- Dottorato di ricerca e giovani ricercatori
- Risultati della ricerca e monitoraggio dell'Impatto:
- Autovalutazione dei risultati VQR 2011-2014 - costituita commissione (verbale CdD 9.3.2017 comunicazioni) - Documento Autovalutazione VQR (verbale CdD 12.10.2017)
- Azioni per l'incremento dell'impatto:
- Designato referente VQR (provv.2018/da 8.11.2018)
Didattica
- Corsi di Studio:
- Laurea in Scienze geologiche GEO-L
- Laurea in Scienze naturali e ambientali NAT-L
- Laure Magistrale in Scienze e tecnologie geologiche WGE-LM
- Laurea Magistrale in Exploration and applied geophysics WGF-LM
- Laurea Magistrale in Scienze ambientali WSM-LM
- Corsi per dottorandi
- Attrattività dei CdS in ingresso e in itinere:
- Le attività di orientamento del DST - nomina referente
- Partecipazione del DST al Progetto Nazionale PLS Piano Lauree Scientifiche 2014-2016 - designazione referente PLS - resoconto al DST
- Partecipazione del DST al Progetto Nazionale PLS Piano Lauree Scientifiche 2018 - designazione referente PLS
- Lezioni fuori sede - programmazione calendario e mezzi 2019 (del.6 CdD 9.11.2018)
- Progetti Speciali Didattica - del.63 CdD 29.09.2018 - Progetto speciale 2018 finanziato - Progetti speciali 2019 finanziati
- Supporto agli studenti:
- Tutoraggio - Nomina organo di coordinamento tutor DST (del.77 CdD 11.7.2019)
- Internazionalizzazione della didattica:
- Double degrees: Pisa-Leoben per Exploration and applied geophysics ; in definizione: Pisa-Lille double degree agreement per Scienze e Tecnologie Geologiche
- I seminari del DST - lista
- CPDS - Commissione Paritetica Docenti-Studenti
- Monitoraggio dell'offerta formativa e della qualità della didattica e dei servizi - designazioni nuova componente docente (verbale CdD 12.10.2017; verbale CdD 11.09.2019) - relazioni
Terza Missione e Impatto Sociale
- Trasferimento tecnologico
- Rapporti con enti e imprese - referente
- Public engagement e formazione continua per ordini professionali e insegnanti
- Le attività di Public Engagement e formazione continua 2015-2017 - Risultati del monitoraggio
- Le attività di Public Engagement e formazione continua 2018 - Risultati del monitoraggio
- Le attività di Public Engagement e formazione continua 2019 - Risultati del monitoraggio
- Le attività di Public Engagement e formazione continua 2020 - monitoraggio in corso
- Rapporti con i professionisti/APC - Collaborazione con Ordine dei Geologi-Toscana - referente
- Rapporti con le scuole e Alternanza Scuola-Lavoro - laboratori PLS 2014-2016 - resoconto al DST
Documenti
Il Direttore si avvale del contributo di alcuni Referenti e/o Gruppi di lavoro appositamente nominati fra i docenti del Dipartimento dal Direttore o direttamente dall'Ateneo su indicazione del DST.
REFERENTI DEL DST
DELEGATI DEL DIRETTORE IN ATENEO
Assicurazione della qualità: Elena Ferioli
Privacy: Elena Ferioli; Carmelo Mamone
Trasparenza: Massimiliano Tramati
Integrazione studenti con Disabilità: Elena Bonaccorsi
Questioni di genere e pari opportunità: Viviana Re
Ricerca: Chiara Frassi
Sostenibilità: Viviana Re
Sistema Informatico di Ateneo: Eusebio Stucchi
Sistema di gestione delle aule di ateneo: Duccio Bertoni
Orientamento in ingresso: Duccio Bertoni
Job Placement: Adriano Ribolini
Terza Missione: Monica Bini
Coordinamento di Orientamento, Job Placement, Terza Missione: Monica bini
INCARICHI INTERNI AL DST
Vice Direttore: Anna Gioncada
Commissione paritetica di dipartimento docenti-studenti: Caterina Morigi, Andrea Tognarelli, Maria Cristina Salvatore,
Biblioteca: Matteo Masotta
Bright - Notte dei ricercatori: Francesca Meneghini
Formazione insegnanti: Elena Bonaccorsi
Rapporti con gli studenti e orario delle lezioni: Duccio Bertoni
Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento: Luca Ragaini
Progetto Nazionale Lauree Scientifiche: Luca Ragaini
Raccolta differenziata: Giovanni Zanchetta
Rapporti con l'ordine professionale: Roberto Giannecchini
Comunicazione: Francesca Meneghini (Facebook)
Seminari del giovedì: Giovanni Zanchetta
Sicurezza:
VQR: Marco Pistolesi (coordinatore), Viviana Re, Mattia Aleardi, Chiara Frassi, Matteo Vacchi, Monica Bini (VQR Terza Missione)
CARICHE ELETTIVE E NOMINE DI ATENEO
Delegato CAI: Carolina Pagli
Commissione Scientifica d’area: Carlo Baroni, Giovanni Zanchetta, Aleardi Mattia, Matteo Masotta, Karen Gariboldi
Dottorato di ricerca: Marco Pistolesi, Resp. e Monica Bini, Vice Resp. (Dottorato in Geoscienze e Ambiente) - Maria Cristina Salvatore Resp. (Dottorato Scienze della Terra, Pegaso)
Corso di Laurea in Scienze geologiche: Anna Gioncada
Corso di laurea in Geology: Adriano Ribolini
Corso di Laurea magistrale in Scienze e tecnologie geologiche: Giovanni Sarti
Corso di Laurea magistrale in Scienze ambientali: Monica Bini
Corso di Laurea magistrale in Geofisica di esplorazione e applicata: Eusebio Stucchi
Centro interdipartimentale CIRESS (Giunta): Paola Marianelli
Centro interdipartimentale CISIM (Giunta): Luigi Folco
Centro di ateneo CISUP (Giunta): Luigi Folco
Lauree Triennali
Corso di Laurea Triennale in Scienze Geologiche [GEO-L]
Il Corso ha gli obiettivi di:
Corso di Laurea Triennale in Scienze Naturali e Ambientali [NAT-L]
Il Corso è specificamente progettato per dare ai laureati una solida base culturale teorica e un’elevata professionalità negli aspetti pratici, analitici, sperimentali e applicativi delle seguenti metodologie:
- Monitoraggio dell'ambiente, naturale o modificato dall'uomo, nelle sue diverse componenti ecosistemiche.
- Analisi e interpretazione dei dati che derivano dal monitoraggio ambientale.
- Strategie per la conservazione dell'ambiente.
- Mitigazione dei problemi ambientali causati dalle attività dell'uomo.
- metodi di esplorazione per il reperimento di risorse energetiche, minerarie e idriche
- caratterizzazione di laboratorio di geomateriali
- produzione di cartografia tematica
- individuazione di sorgenti di rischio geologico ed ambientale
Lauree Magistrali
Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche [WGE-LM]
Il Corso è volto a sviluppare la competenza e la capacità di affrontare problematiche geologiche diverse con l'uso del metodo scientifico e l'utilizzo di metodi di indagine idonei. I principali temi affrontati sono:
- l'analisi e la modellizzazione dei sistemi magmatici e delle dinamiche vulcaniche, geotermiche e geochimiche e minerogenetiche;
- l'analisi e la modellizzazione dei sistemi e delle dinamiche geologico-paleontologiche;
- l'analisi e la modellizzazione dei sistemi e delle dinamiche geotecniche, idrogeologiche e geomorfologiche;
- la valutazione e la gestione del rischio geologico, idrogeologico e geomorfologico;
- la protezione, la conservazione e il ripristino e di realtà naturali e antropizzate complesse.
Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell'Ambiente e del Clima [WSM-LM]
Il Corso ha l’obiettivo di assicurare allo studente una solida preparazione culturale rivolta alla gestione, al controllo ed valutazione dell’ambiente modificato dall'azione dell'uomo. A questa preparazione si associa una buona padronanza dei metodi scientifici generali nonché specifiche conoscenze professionalizzanti. Il Corso prevede quindi insegnamenti capaci di fornire una approfondita padronanza sia degli strumenti tecnico-scientifici che quelli economico-valutativi. L'ampia offerta di insegnamenti che lo studente può scegliere per costruire il suo percorso didattico permette di prepararsi in maniera specifica alla gestione dell'ambiente marino, terrestre o dell'ambiente urbano
Master Degree in Exploration and Applied Geophysics (MSc) [WGF-LM]
Il Corso forma geofisici con una preparazione di base approfondita e con capacità specialistiche tali da poter affrontare e risolvere problemi di esplorazione e di caratterizzazione del sottosuolo e di manufatti, sia al fine di applicazioni nel campo dell'Ingegneria e delle Geoscienze, sia al fine di costituire un'adeguata preparazione per l'eventuale inserimento in Istituzioni di ricerca e Dottorati.
Il sistema di Assicurazione della Qualità (AQ) è l’insieme di procedure attraverso le quali il Dipartimento di Scienze della Terra (DST, Regolamento) monitora le proprie attività, per garantire che esse siano efficaci e condivise, che sia tenuta traccia dei relativi processi e che siano disponibili strumenti di valutazione sia interni che esterni.
L’applicazione di tale sistema deve garantire il mantenimento di standard qualitativi elevati ed omogenei tra le sedi universitarie italiane, tale da favorire l’accreditamento periodico degli Atenei e dei Corsi di Studio secondo il sistema AVA di Autovalutazione, Valutazione periodica e Accreditamento (DM 47/2013 attuativo della legge 240/2010)
Alla realizzazione del modello di AQ partecipano, secondo i propri livelli di responsabilità, diversi soggetti e organi del DST.
SOGGETTI RESPONSABILI DELL’AQ
I soggetti e gli organi mediante i quali il DST esercita l’AQ sono:
- Il Direttore
La funzione del Direttore in merito al sistema di AQ consiste nell’implementare e dare attuazione alle strategie necessarie per garantire un efficiente monitoraggio della qualità delle attività del Dipartimento, avvalendosi delle indicazioni degli altri soggetti responsabili del processo di AQ e in ultima analisi del parere della Giunta e del Consiglio di Dipartimento.
Gli strumenti con i quali il Direttore alla fine di ciascun anno solare effettua un bilancio delle attività in corso e indica le azioni che intende intraprendere nel futuro per incrementare la qualità delle attività dipartimentali sono rispettivamente:
- la Relazione Annuale sull’andamento delle attività didattiche (SMA-che condivide con la CPDS)
- la Relazione Annuale sull’andamento delle attività di ricerca e di public engagement/impatto sociale (SUA-RD; SUA-TM/IS)
- Il Referente per l'Assicurazione della Qualità (AQ) del DST
È la figura di interfaccia tra il Presidio Qualità di Ateneo (PdQ) e il Dipartimento. Il suo ruolo è quello di favorire il raccordo e il flusso di informazioni, in senso bidirezionale, tra PdQ e Dipartimento e suoi organi, con particolare riguardo agli adempimenti cui è tenuto il Dipartimento riguardo al processo AQ, quali la redazione delle Schede SUA (SUA-CdS, SUA-RD, SUA-TM/IS) e nello svolgimento delle attività di Monitoraggio, Riesame, analisi dei Questionari di Valutazione di Studenti, Laureandi e Laureati e infine analisi dei dati statistici relativi alle carriere degli studenti e all’internazionalizzazione.
Il Referente AQ del DST è la Prof. Elena Ferioli (nominata con Disp. Direttore Dipartimento ... -2024).
- I Gruppi di Riesame (o di gestione AQ) dei 5 Corsi di Studio incardinati nel DST
I Gruppi di Gestione AQ dei CdS hanno il compito di mettere in atto, in accordo con il Responsabile AQ del Dipartimento, le azioni susseguenti alla politica della qualità di Ateneo in collegamento con il Presidio della Qualità.
- Corso di Laurea Triennale in Scienze Geologiche [GEO-L]
- Corso di Laurea Triennale in Geology [GLY-L]
- Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche [WGE-LM]
- Corso di Laurea Magistrale in Scienze Ambientali [WSM-LM]
- Master Degree in Exploration and Applied Geophysics (MSc) [WGF-LM]
DOCUMENTI
- Indirizzi strategici del dipartimento
- Qualità della didattica
- Qualità della ricerca
- Qualità della terza missione
- Processi amministrativi e gestionali
Link alle pagine AQ di Ateneo
Il Dipartimento di Scienze della Terra monitora la qualità delle sue attività didttiche attraverso la Commissione Paritetica di Dipartimento (CPDS) e le Commissioni Paritetiche Docenti-Studenti (CPDS) dei 4 Corsi di Studio incardinati nel DST.
La CPDS di Dipartimento svolge attività di monitoraggio sulla qualità dei servizi didattici offerti agli studenti da parte dei docenti e del personale amministrativo, basandosi sulle analisi di diverse fonti documentali tra le quali: gli atti dalle Commissioni Paritetiche attive all’interno di ciascun Corso di Studio (CdS) del Dipartimento, le schede Schede Uniche Annuali dei Corsi di Studio (SUA CdS), le Schede Annuali di Monitoraggio di ciascun CdS, i Rapporti di Riesame ciclici e i questionari sulle opinioni degli studenti, laureandi e laureati. La CPDS formula e trasmette agli organi indicazioni per la soluzione delle eventuali criticità rilevate, e verifica annualmente che le sue prescrizioni vengano recepite, monitorando l’effetto delle azioni correttive. I risultati della sua attività sono sintetizzati nella Relazione Annuale sull’andamento delle attività didattiche, che viene presentata al Consiglio di Dipartimento al termine di ciascun anno solare.
Composizione della CPDS del Dipartimento di Scienze della Terra (Provv. 187_2023)
Professori e ricercatori |
Andrea Tognarelli (Presidente) |
Alberto Collareta |
Paola Marianelli |
Enrico Mugnaioli |
Maria Cristina Salvatore |
Composizione della componente studentessca della CPDS del Dipartimento di Scienze della Terra (Provv. 58_2023)
Studenti |
Federica Congiu |
Desiré Delle Case |
Roberto Fontana |
Miriam Gizzi |
Benedetta Pollini |
Archivio atti e relazioni annuali CPDS-DST
Archivio delle principali fonti documentali delle quali si avvale la CPDS-DST
- SUA-CdS
WAG-LM (2023)
- Schede di monitoraggio annuale
- link Report di sintesi della situazione occupazionale dei laureati
- link Report di sintesi dei risulatati dei questionari di valutazione delle attività formative
WAG-LM 2023
- link Report di sintesi dei risulatati dei questionari di valutazione dell'organizzazione
WAG-LM 2023
Le Commissioni Paritetiche Docenti-Studenti dei CdS hanno il compito di valutare la funzionalità e l'efficacia delle attività formative e dei servizi didattici forniti, proponendo al Consiglio di Corso di Laurea l’adozione di eventuali misure correttive.
Ciascuna Commissione, in particolare, esprime parere sulla programmazione didattica annuale e sulla compatibilità tra i crediti assegnati alle attività formative e gli obiettivi determinati nel Regolamento Didattico di Ateneo e del CdS.
Corso di Laurea Triennale in Scienze Geologiche [GEO-L] |
|
Gelology |
Quality assessment board: |
Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche [WGE-LM] |
https://www.dst.unipi.it/organizzazione-wgelm.html#AQ |
Corso di Laurea Magistrale in Scienze Ambientali [WSM-LM] |
https://www.dst.unipi.it/organizzazione-wsm-lm.html#Gruppo_Riesame |
Master Degree in Exploration and Applied Geophysics (MSc) [WGF-LM] |
Quality Assessment Board: https://www.dst.unipi.it/organization.html#Teachin |
Il Dipartimento di Scienze della Terra monitora la qualità delle sue attività di ricerca attraverso Referenti del Direttore o Gruppi di Lavoro temporanei composti da docenti designati dal Direttore che hanno il compito di supportarlo nelle sue mansioni fornendo indicazioni in relazione a specifici processi sia valutativi (come la Valutazione della Qualità della Ricerca VQR) che ad attivitità strategiche di progettazione e networking.
- Referente VQR - Prof. Marco Pistolesi Provv.318_2018
La VQR è finalizzata alla valutazione dei risultati scientifici delle Istituzioni e delle relative articolazioni interne (Dipartimenti e strutture assimilabili). L’esercizio è altresì rivolto alla valutazione delle attività di Terza missione svolte dalle Istituzioni e dalle relative articolazioni interne.
I risultati VQR sono utilizzati per l’allocazione della quota premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) nonché per l'eventuale partecipazione al bando per il finanziamento dei Dipartimenti di Eccellenza.
Il Dipartimento di Scienze della Terra monitora la qualità delle sue attività di public engagement/impatto sociale (PI/IS) attraverso Referenti designati dal Direttore, che opearno qualora si renda necessario effettuare valutazioni, in particolare su richiesta dell'Ateneo.
- La Prof. Monica Bini, in qualità di Referente del DST per la Terza Missione, ha effettuato la selezione di due tra i progetti PI/IS del Dipartimento, che l'Ateneo ha esposto ai fini della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) 2015-2019. Di questi Progetti ha anche realizzato le relative schede progettuali.
Indicatori e parametri per la valutazione periodica delle attività di PI/IS secondo l'Allegato E del DM 47/2013
- Attività di divulgazione scientifica e culturale
- Fellow (o equivalenti) di società scientifiche
- Numero medio di brevetti per docente negli ultimi 10 anni
- Rapporto fatturato conto terzi/numero di docenti negli ultimi 10 anni
- Numero di spin off ultimi 10 anni
- Numero di attività extra moenia collegate alle aree di ricerca (es. organizzazione attività culturali o formative, gestione musei, organizzazione convegni ...)
Il Dipartimento di Scienze della Terra monitora la qualità dei processi amministrativi e gestionali attraverso:
- Corretta esecuzione e rispetto dei termini di specifiche richieste provenienti dall’Ateneo
- Verifica del rispetto dei tempi di conclusione dei procedimenti previsti dalla normativa vigente e dall’Ateneo di ciascun procedimento amministrativo
- Gestione del processo di apposizione delle firme della segreteria amministrativa mediante il l’applicativo “Libro firma”, che consente di conoscere a tutti gli operatori interessati la situazione delle firme di ciascun atto del Dipartimento
- Applicazione dei controlli previsti dalla normativa vigente e dalle linee guida ANAC nel caso degli acquisti di beni e servizi previsti
- Costante monitoraggio dei software di workflow e di gestione per determinate procedure amministrative riguardanti le carriere degli studenti (a mero titolo esemplificativo gepaco.adm.unipi.it e ammissionelm.adm.unipi.it)
- Confronto e Interlocuzione costante con gli uffici dell’amministrazione centrale per specifiche e nuove procedure amministrative
- Monitoraggio dei tempi di risposta alle richieste, generalmente trasmesse a mezzo mail, provenienti dai vari stakeholder (in particolare gli studenti) del Dipartimento
- Analisi delle motivazioni che portano a disciplinare determinati argomenti e tematiche mediante l’adozione di provvedimenti d’urgenza, nell’ottica di accertare se vi sono disfunzioni nei tempi della gestione amministrativa o se trattasi di procedure vincolate da specifiche scadenze endogene
- Verifica della gestione amministrativa del Dipartimento rispetto alle norme vigenti in merito alla trasparenza e l’anticorruzione
- Valutazione del livello di realizzazione degli obiettivi e del piano strategico approvati dall’Ateneo
- Confronti periodici tra il personale amministrativo per la definizione di nuove procedure e/o eventuali modifiche di quelle già esistenti
- Misurazione, ed eventuale revisioni, delle azioni poste in essere ai fini di un adeguato accoglimento di soggetti stranieri (dottorandi, ricercatori, docenti…)
- Verifica della corretta esecuzione delle attività svolte dalle varie tipologie di studenti part-time (ordinari, speciali, tutor alla pari)
- Valutazione delle procedure realizzate in modalità cartacea che potrebbero essere gestite in modalità digitalizzata ai fini di una maggiore e costante semplificazione amministrativa
- Analisi di criticità gestionali interne