Un team di ricercatori internazionali - appartenenti al Politecnico di Milano, all'Università di Pisa, al CNR, al Politecnico di Torino, al Museo Egizio del Cairo e all'Università di Fayoum, oltre che alla ditta XGLab - ha documentato l'origine meteoritica del ferro della lama del pugnale appartenuto a Tutankhamun, l'antico sovrano egizio, noto come il faraone bambino, vissuto nel XIV secolo avanti Cristo.

Questo studio risolve una questione lungamente dibattuta tra gli studiosi fin dalla scoperta del pugnale, che fu trovato sul corpo della mummia nel 1925 dall'archeologo Howard Carter e conferma come gli antichi egizi attribuissero un grande valore al ferro di origine meteoritica, usandolo per la produzione di oggetti preziosi. L'elevata qualità della manifattura della lama del pugnale testimonia, inoltre, l'alto livello raggiunto nella lavorazione del ferro già all'epoca di Tutankhamun.

Alla ricerca, hanno partecipato i professori Massimo D’Orazio e Luigi Folco, del dipartimento di Scienze della Terra dell'Ateneo pisano. I due docenti coordinano il gruppo di ricerca pisano per lo studio delle meteoriti, che si conferma così un riferimento scientifico a livello internazionale per le scienze planetarie, con significativi contributi in campo archeologico.

L'articolo completo pubblicato su "Meteoritics and Planetary Science" è consultabile sul sito della casa editrice Wiley, all'indirizzo: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/maps.12664/abstract

Pubblicata la graduatoria per l’affidamento di incarichi per lo svolgimento di attività di tutorato, didattiche-integrative, propedeutiche e di recupero nell’ambito dell’attività didattica del Dipartimento di Scienze della Terra (Fondo Giovani).

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Nell’ambito del programma PLS (Piano Lauree Scientifiche) Il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa ha organizzato per gli studenti del primo anno (a.a. 2015/2016) della Laurea Triennale in Scienze Geologiche una escursione di 2 giorni (06-07 giugno 2016) a Campiglia Marittima (LI).

La partecipazione a questa escursione è stata  fortemente consigliata a tutti gli studenti iscritti al primo anno del corso di laurea. I costi dell'escursione, che è stata guidata dal dott. Salvatore Iaccarino e dal dott. Simone Vezzoni, sono stati  interamente coperti dal progetto PLS.

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I passati interglaciali sono fasi climatiche simili o più calde dell’attuale che rappresentano periodi della storia della terra il cui studio fornisce elementi per comprendere l’evoluzione del sistema climatico senza l’interferenza dell’attività umana. Il loro studio è quindi importante per stabilire entro quali limiti possiamo considerare la variabilità climatica del presente interglaciale governata solo dai forzanti naturali e quale parte e da quando è stata influenzata dall'attività antropica. D’altra parte, ogni interglaciale mostra caratteristiche peculiari che lo differenziano dagli altri e l’origine di queste diversità non è chiara.

In questo contesto è stato finanziato all’inizio dell’anno e attivo da alcune settimane il progetto “Understanding interglacial diversity”, finanziato con 457.000 AUD dall’Australian Research Council, con l’Università di Melbourne capofila di un gruppo di ricerca internazionale di diverse nazionalità che comprende anche i ricercatori G. Zanchetta e E. Regattieri tra i Partner Investigators. Il progetto ha il suo fulcro nello studio delle concrezioni di grotta dell’Antro del Corchia (Alpi Apuane), da anni oggetto  di ricerche da parte di un equipe internazionale, con al centro le attività del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa promotore di questi studi.

Carlo Baroni è stato chiamato a far parte della Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide (CSNA). La commissione è costituita da 16 esperti nominati dal MIUR su indicazione di vari ministeri ed enti di ricerca. La nuova commissione è presieduta da Antonio Meloni (INGV), si è insediata il 1 Aprile 2016 e resterà in carica 4 anni.

Ulteriori informazioni sul sito http://www.csna.it/composizione.html

Grazie a un finanziamento europeo di 990 mila euro ottenuto nell’ambito del programma Twinning di Horizon 2020, due antropologi, Giovanni Boschian e Damiano Marchi, e una geologa, Marta Pappalardo, dell’Università di Pisa, in collaborazione con gli archeologi e gli archeogenetisti dell’Università di Cambridge e con l’Università di Zagabria, condurranno ricerche sul patrimonio storico-culturale della regione non ancora completamente esplorata dell’Adriatico orientale, in particolare in Croazia.

Il titolo del progetto è “Mend the Gap: Smart Integration of Genetics with Sciences of the Past in Croatia. Minding and Mending the Gap”, avrà una durata triennale ed è stato considerato il primo dei 65 progetti finanziati (su un totale di 546 progetti presentati) in tutti i campi della ricerca e da tutte le parti dell’Unione Europea.

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