“A BORDO” DELL’INTERNATIONAL OCEAN DISCOVERY PROGRAM PER STUDIARE GLI SLOW SLIP EVENTS

Dall’8 Marzo al 5 maggio 2018 la nostra ricercatrice Francesca Meneghini ha partecipato, unica italiana a bordo, alla spedizione dell’International Ocean Discovery Program: Expedition 375 - “Hikurangi Subduction Margin Coring and Observatories: unlocking the secrets of slow slip through drilling, to sample and monitor the forearc and subducting plate”. La spedizione oceanografica è inizia a Timaru e finita ad Auckland (Nuova Zelanda). 

L’International Ocean Discovery Program (IODP) è un programma internazionale di  ricerca in mare che utilizza navi oceanografiche per studiare e decifrare la storia e le dinamiche del pianeta Terra attraverso perforazioni, campionamenti e indagini geofisiche dei sedimenti e delle rocce dei fondali marini, e attraverso il monitoraggio degli ambienti sottomarini.
Si è trattata della prima spedizione di esplorazione oceanografica che ha avuto come obiettivo lo studio degli Slow Slip Events, cioè spostamenti millimetrici o decimetrici lungo una superficie di faglia che durano per diversi giorni o mesi e che, avvengono ad una velocità intermedia tra quella tipica dei movimenti delle placche tettoniche (1-10 cm/anno), alla velocità necessaria a generare onde sismiche (tipicamente intorno a 1 m/sec). Gli studi su questi “eventi atipici”, di recente misurazione e definizione indicano che molti di questi eventi si localizzano, lungo le faglie in zone in subduzione, a profondità relativamente superficiali, suggerendo l’ipotesi che le condizioni fisiche di queste faglie siano tali da poter determinare terremoti tsunamigenici. Inoltre, in alcuni margini in subduzione attivi, è stato osservato che aree in cui si sono verificati grossi terremoti, erano state precedentemente interessate da Slow Slip Events, suggerendo la possibilità che questi fenomeni possano in qualche modo essere precursori di grandi eventi sismici.
Gli slow slip events del margine in subduzione neozelandese di Hikurangi sono tra i meglio documentarti nella letteratura scientifica: la spedizione IODP 375 ha investigato le condizioni in situ e i processi attivi in questo margine, attraverso perforazioni, carotaggi e monitoraggio geofisico di 4 pozzi. Tra gli obiettivi della spedizione è quindi cercare di caratterizzare chimico-fisicamente e geologicamente il materiale che “entra” nella zona di subduzione, come viene deformato lungo il megathrust che separa le due placche, alla profondità a cui questi fenomeni atipici avvengono, e come evolve nel tempo la deformazione.
La nostra ricercatrice ha partecipato alla spedizione con il compito principale di descrivere le litologie, la stratigrafia e le caratteristiche deformative delle carote prelevate.
L’importanza della missione e della partecipazione italiana è stata messa in evidenza anche da un articolo pubblicato su “D La Repubblica” il 7 luglio scorso.