Anna Musolino, laureata in Scienze e Tecnologie Geologiche all’Università di Pisa e attualmente dottoranda al CEREGE dell’Università di Aix-Marsiglia, ha conquistato la copertina della rivista internazionale Meteoritics and Planetary Science di novembre con l’articolo “Early fluid migration and alteration fronts in the CM chondrite Reckling Peak 17085”. Nel suo lavoro, Anna descrive i primissimi stadi del processo di alterazione acquosa avvenuti su asteroidi primitivi, agli albori del Sistema solare, 4.6 miliardi di anni fa, integrando risultati di analisi petrografiche, geochimiche, isotopiche e spettroscopiche della meteorite, Reckling Peak (RKP) 17085, una condrite carboniosa di tipo CM ritrovata in Antartide nel 2017 nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, PNRA. La ricerca è stata condotta nell’ambito della tesi magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche al Dipartimento pisano di Scienze della Terra, in collaborazione con ricercatori della Open University (UK), Natural History Museum (UK), CEREGE (Francia), INAF – Osservatorio Astrofisico di Arcetri (Italia), LESIA-Observatoire de Paris (Francia), University of New Mexico (USA) e Centro per la Integrazione della Strumentazione della Università di Pisa , CISUP, Italia.
“RKP 17085 – spiega la dottoressa Musolino - si distingue da altre condriti CM per la presenza di bande di decine di micrometri di spessore, arricchite in Fe, distribuite omogeneamente nel volume della meteorite. Queste bande, chiamate fronti di alterazione, sono la prova di un processo di diffusione di acqua e di conseguente alla alterazione acquosa che stava avvenendo nell’asteroide progenitore e che, in seguito ad un evento improvviso, si è interrotto, dopositando fasi arricchite in Fe lungo i fronti. Oggi, dopo miliardi di anni dalla loro formazione, possiamo osservare queste strutture, e come avviene in questo studio, ricostruire le modalità con cui il processo di alterazione si è svolto”.
Le chondriti del tipo CM sono considerate di straordinaria importanza per le scienze planetarie e la astrobiologia, come sottolinea Martin D. Suttle (Open University), coautore del lavoro e postdoc al Dipartimento di Scienze della Terra ai tempi della tesi di Anna: “straordinario è il loro contenuto di molecole organiche e minerali idrati che potrebbero aver contribuito alla fertilizzazione delle ‘aride’ regioni del sistema solare primordiale più interno, ivi incluso la paleoTerra, ed è pertanto rilevante comprendere il contesto geologico in cui la materia organica primitiva evolve durante i processi di alterazione acquosa nei corpi celesti primitivi”.
“Le immagini in microscopia elettronica a scansione dei fronti di alterazione, ottenute nei laboratori del CISUP, sono davvero significative e piene di informazioni su un processo geologico rilevante – continua Anna - Immagino sia questo il motivo per cui siamo sulla copertina di Meteoritics and Planetary Science”. E poi scherza: “certo, potevano farla a tutta pagina per quanto son belle!”.
“La ricerca di Anna - conclude Luigi Folco, relatore della sua tesi – può essere considerato un ottimo esempio del lavoro che può essere svolto durante una tesi magistrale al nostro Dipartimento, utilizzando strumentazione analitica stato dell’arte in un contesto veramente internazionale”.