Università di Pisa e DST partner di un'importante studio sulle variazioni climatiche nel Mediterraneo

Un gruppo di studio internazionale guidato dalla National Taiwan University,e la partecipazione del Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere e del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa (Elisabetta Starnini e Gianni Zanchetta), ha intrapreso uno studio per ricostruire l’andamento delle precipitazioni negli ultimi millenni nel Mediterraneo.

Nel nostro continente, i venti occidentali hanno un ruolo fondamentale nel trasporto di calore ed umidità e nel regolare quindi le temperature e le precipitazioni a scala regionale alle medie latitudini. La dinamica dei venti occidentali sull’Europa ed il Mediterraneo è fortemente influenzata dalla disposizione dell’alta pressione delle Azzorre e della bassa pressione Islandese. Questa disposizione è importante nel regolare le precipitazioni nel Mediterraneo durante la stagione invernale. La comprensione dell’evoluzione nel tempo della posizione e direzione di scorrimento dei venti occidentali associata a questi centri di pressione atmosferica è di primaria importanza per lo studio delle condizioni climatiche nel Mediterraneo anche nell’ottica di interpretare gli evidenti cambiamenti climatici in atto. Tuttavia, esistono ancora molte incertezze su come i venti occidentali si sono evoluti nelle ultime migliaia di anni in funzione della posizione dei centri di pressione citati.
Un gruppo di studio internazionale guidato dalla National Taiwan University, comprendente ricercatori del Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere e del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa (Elisabetta Starnini e Gianni Zanchetta), ha intrapreso uno studio per ricostruire l’andamento delle precipitazioni negli ultimi millenni nel Mediterraneo, partendo da nuovi dati di composizione isotopica di concrezioni carbonatiche campionate all’interno della famosa Grotta della Bàsura a Toirano in Liguria e, successivamente, confrontandoli con dati simili provenienti da altre grotte italiane e spagnole. Le concrezioni delle grotte, stalattiti e stalagmiti, registrano infatti le condizioni climatiche dei millenni durante i quali si sono lentamente formate e, grazie a specifici metodi di datazione, offrono quindi la possibilità di ricostruire con buona precisione l’andamento del clima nel passato.
L’analisi, successivamente estesa ad altri record climatici europei, ha permesso di ricostruire in dettaglio lo sviluppo dei venti occidentali in funzione della posizione dell’alta pressione delle Azzorre nel corso degli ultimi 6500 anni. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communications, permette una migliore comprensione del rapporto venti occidentali/precipitazioni a livello europeo e mediterraneo che porterà benefici anche nel campo della comprensione delle variazioni climatiche in atto e della loro evoluzione futura.


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