A ciò si aggiunge anche una differente ridistribuzione dell’acqua potabile associata ad esempio alla mancanza di popolazione studentesca e turisti nelle città principali della Toscana, con possibili effetti anche sul differente approvvigionamento idropotabile nelle aree maggiormente sfruttate. La conferma di questo “evento anomalo” in termini di acque sotterranee trova conferma nei dati della rete di monitoraggio della Regione Toscana, che evidenziano localmente significativi innalzamenti della superficie piezometrica, in controtendenza rispetto alle condizioni idrometeorologiche del periodo, tra l’altro poco piovoso.
In questo contesto, il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa è stato coinvolto, con il Prof. Roberto Giannecchini, in una importante iniziativa promossa dall’IGG-CNR finalizzata a comprendere le ripercussioni in termini quantitativi e qualitativi sui principali corpi idrici sotterranei di importanza regionale indotte dal “lockdown” (e più in generale dall’emergenza sanitaria), finalizzata ad ottenere nuovi elementi conoscitivi sulla risposta a breve-medio termine di tali sistemi agli emungimenti. L’indagine verrà effettuata incrociando dati di monitoraggio quantitativo delle acque sotterranee con una mappatura delle attività in “lockdown” e non, ed effettuando specifiche analisi chimiche ed isotopiche delle acque sotterranee in siti selezionati. All’iniziativa parteciperanno tutti i principali enti preposti alla gestione della risorsa idrica quali il Settore Idrologico e Geologico ed il Settore Tetela Acqua e Costa della Regione Toscana, ARPAT, Autorità Idrica Toscana e Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale.