Intervista al Prof. Paolo Rognini, nostro docente di Scienze Ambientali sulle questioni della percezione collettiva al “global warming”

News di Lunedì 1 Luglio 

Il Prof. Paolo Rognini, docente di Analisi dell'interazione uomo-ambiente al Corso di Laurea Magistrale in Scienze Ambientali è stato intervistato all'interno di un corposo articolo sulla percezione dei cambiamenti climatici.

Il tema si presenta di grande attualità poiché è palese il ritardo delle risposte che gli esseri umani stanno mettendo in atto rispetto ad un problema urgente che loro stessi hanno creato: quello dell'inquinamento e delle sue conseguenze su tutti i determinanti fisico-chimici e biologici all'interno dell'ecosfera.
In tale ambito, si è inserita una sua ricerca pubblicata recentemente su Biological Theory, dal titolo Vestigial Drifting Drives, nella quale teorizza l'esistenza, al pari degli organi anatomicamente vestigiali, di pulsioni arcaiche, residui di moduli che erano stati adattativi in un passato più o meno remoto.
L'intervista al Prof. Rognini si snoda proprio su questii moduli comportamentali che si sono consolidati in centinaia di migliaia di anni e che ancora non hanno lasciato il posto a nuovi modi di percepire e rispondere ai problemi ambientali.
L'esistenza di questi meccanismi residuali sta causando un'inappropriata percezione del rischio ecologico. Se pensiamo che a ciò si uniscono altri processi bioculturali di cui si stanno occupando le neuroscienze, come i bias cognitivi e le euristiche, allora possiamo cominciare a comprendere i motivi per cui le politiche per mitigare i cambiamenti climatici e l'inquinamento nel suo complesso si presentano sempre più inadeguate.
L'intervista si conclude con l'auspicio che, senza attendere i lunghissimi tempi dell'evoluzione biologica, abbiamo un'arma potentissima ed estremamente veloce: la cultura. A questo punto usiamola.

Per saperne di più: Intervista a Paolo Rognini