Rilievi batimetrici ad altissima risoluzione realizzati in Versilia nell’ambito della mobilità Erasmus+ tra DST e University of Delaware (USA)

Un ecoscandaglio multibeam (Norbit iWBMSe) è stato utilizzato per definire la topografia di alcuni tratti del fondale antistante Forte dei Marmi (LU) e Cinquale (MS); ai rilievi hanno partecipato Arthur Trembanis, Grant Otto e Mark Lundine per UDEL e Duccio Bertoni e Giovanni Sarti per il DST

Nei giorni 19-22 settembre 2022 è stato effettuato un rilievo topografico ad altissima risoluzione finanziato dal programma di mobilità internazionale Erasmus+ KA107 in corso tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e la School of Marine Science and Policy della University of Delaware (USA), che si inserisce nel quadro di una collaborazione scientifica attiva da anni tra i due dipartimenti. Supporto logistico alla spedizione è stato garantito dal prof. Mauro Rosi, già docente presso il DST e grande conoscitore della realtà locale, che ha permesso di individuare un’imbarcazione adatta all’esecuzione dei rilievi. Il natante è stato messo gentilmente a disposizione da Leonardo Landi, gestore di EOS Marine e dell’approdo turistico di Cinquale.

Nel corso dei giorni di lavoro il gruppo di ricerca ha coperto un’area ampia più di 130 ettari in acque poco profonde comprese tra -2 e -8 metri, i cui risultati preliminari hanno fornito un dettaglio molto elevato delle morfologie del fondale: sono infatti stati individuati sistemi di barre sottomarine trasversali di dimensioni metriche, la cui evoluzione morfologica, funzione delle condizioni meteomarine, dovrà essere attentamente monitorata. Le barre giocano infatti un ruolo fondamentale nella trasformazione dell’energia delle onde da largo a riva, con implicazioni significative per le tendenze erosive del settore di costa analizzato. L’alta capacità di risoluzione dello strumento (inferiore a 25 cm/pixel con densità medie di più di 300 punti per metro quadro) è stata inoltre testata per ricostruire forma e orientazione di un relitto di un peschereccio affondato alcuni anni fa nell’area. L’elaborazione dei dati ha permesso di apprezzare le potenzialità di questa tecnologia: è stata infatti identificata la presenza di reti da pesca rimaste impigliate nel relitto, che possono provocare pericoli enormi per eventuali operatori subacquei che si avventurassero nell’area.

 

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