Il metodo prevede la cattura della CO2 e la sua successiva iniezione in basalti, sfruttando il processo di “sequestro mineralogico” nei minerali. La CO2 solubilizzata in acqua attacca i minerali silicatici della roccia basaltica con rilascio di calcio e magnesio che si combinano con l’anidride carbonica a formare carbonati come la calcite (CaCO3) o la magnesite (Mg2CO3). Il “sequestro mineralogico” di CO2, anche definito Carbon Capture and Mineral Storage (CCMS) permette di intrappolare la CO2 per tempi geologici ed è definito a scala mondiale una tecnologia per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
L'obiettivo del tirocinio delle due studentesse era quello di apprendere e imparare direttamente dagli impianti di Carbfix, con discussioni, meeting, visite e campionamenti ai vari pozzi di iniezione, al fine di studiare una possibile applicazione di questa tecnologia in situazioni analoghe in Italia, concentrandosi in particolare sui basalti presenti in Sicilia. Il tirocinio è stato supervisionato dalla Dott.ssa Chiara Boschi, docente del corso di Scienze Ambientali e prima ricercatrice dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IGG-CNR) e dalla Dott.ssa Sandra Ósk Snæbjörnsdóttir, responsabile della sezione Carbfix CO2 mineral storage. Questa esperienza sarà il punto di partenza della loro tesi di laurea, che verrà svolta in cotutela tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, Carbfix e IGG-CNR.