Da quando l’astronomo serbo Milutin Milankovitch nel secolo scorso suppose che la variazione dell’energia che riceve la terra dal sole alle alte latitudini dell’emisfero boreale fosse la chiave per scoprire il ritmo dei cicli glaciali ed intergalciali il dibattito non si è mai fermato. L’energia che la terra riceve dipende per gran parte dalla variazione dei parametri orbitali terrestri (eccentricità, inclinazione dell’asse terrestre e precessione degli equinozi). Queste variazioni hanno frequenze caratteristiche che possono essere rilevate nei registri paleoclimatici di molti archivi naturali (sedimenti oceanici, sedimenti lacustri, ghiacci polari). Tuttavia comprendere quale sia il parametro dell’orbita che domina al passaggio da un glaciale ad un interglaciale e quanto duri questo passaggio è fortemente limitato dalla nostra capacità di avere cronologie precise ed accurate di questi passaggi per l’ultimo milioni di anni. Partendo dalla datazione di concrezioni di grotta presenti all’interno dell’Antro del Corchia sulle Alpi Apuane un gruppo di ricercatori internazionali guidati Russell Drysdale dell’Università di Melbourne e Gianni Zanchetta del nostro Dipartimento hanno chiarito che l’inclinazione dell’asse terrestre gioca un ruolo fondamentale, ed insieme con la precessione governa la lunghezza temporale di questa transizione.
Per saperne di più: https://science.sciencemag.org/content/367/6483/1235