NUOVI DATI SULLO SVILUPPO DEI PERIODI INTERGLACIALI

Un gruppo di ricerca internazionale guidato dal dr. Biagio Giaccio dell'Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG-Roma) del CNR, dal prof. Giovanni Zanchetta dell’Università di Pisa (Dipartimento di Scienze della Terra), con il contributo delle ricerche della Dr.ssa Eleonora Regattieri della Scuola di Dottorato Galileo Galilei dell’Università di Pisa, ha ottenuto nuovi dati fondamentali per la determinazione dei meccanismi e del tempo coinvolti nello sviluppo degli interglaciali, e in particolare per l’analogo dell’Olocene, MIS 19c. I risultati di questo studio multidisciplinare sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista “Geology”.

Partendo dallo studio dei depositi accumulatisi sul fondo di un antico lago, che un tempo si estendeva nell’attuale piana Sulmona in Abruzzo, il team di ricercatori internazionale ha ricostruito con estremo dettaglio le condizioni climatiche esistenti in un periodo di tempo inequivocabilmente attribuito al MIS 19c grazie alla precisa datazione di diversi livelli di cenerei vulcaniche rinvenuti nei sedimenti lacustri. Queste datazioni, eseguite in centri specializzati della Francia (CEA-CNRS-UVSQ) e California (Berkeley Geochronology Center), all’avanguardia nella datazione di minerali vulcanici, hanno permesso di ottenere, per la prima volta in assoluto, un’affidabile cronologia dell’evoluzione temporale di questo periodo caldo e della sua progressiva fine. Sulla base di questi risultati eccezionali, i ricercatori sono stati quindi in grado di stimare precisamente la durata del MIS 19c e di comparare in dettaglio l’evoluzione climatica e temporale di questo periodo con l’Olocene, suo attuale analogo. Assumendo una totale analogia tra i due interglaciali, questo allineamento spazio-temporale ha indicato che l’attuale periodo caldo dovrebbe essere prossimo alla sua fine e che il clima odierno dovrebbe quindi rapidamente volgere verso una nuova glaciazione. Tuttavia, comparando in dettaglio il contenuto dei gas serra presenti al tempo del MIS 19c e l’evoluzione degli stessi durante l’Olocene, i ricercatori hanno osservato significative differenze. Mentre infatti le concentrazioni di questi gas appaiono del tutto simili durante le fasi iniziali di entrambi gli interglaciali, si osserva che alcuni millenni dopo l’atmosfera dell’Olocene si è progressivamente arricchita di CO2 rispetto a quella del MIS 19c che invece ha visto un gradualmente impoverito di questo gas. Secondo i ricercatori, a parità di insolazione, il diverso contenuto di CO2 potrebbe essere stato sufficiente a far divergere drasticamente l’evoluzione dei due analoghi interglaciali conducendo, da un lato, il MIS 19c verso la sua fine, e quindi a una glaciazione, e, dall’altro, producendo un prolungamento delle condizioni delle attuali condizioni interglaciali. I risultati di questo studio fornirebbero inoltre un’ulteriore prova indiretta all’affascinate ipotesi formulata alcuni anni fa secondo la quale l’uomo avrebbe modificato il ciclo naturale dei gas serra nell’atmosfera aumentandone il contenuto ben prima della rivoluzione industriale, mediante cioè le modificazioni della vegetazione conseguenti alla nascita e sviluppo dell’agricoltura preistorica. Indipendentemente da ciò, i risultati di questo studio mostrano ancora una volta, ed in maniera inequivocabile, l’elevata sensibilità del clima alla concentrazione atmosferica di gas serra, oggi fortemente influenzata dall’attività umana.

Giaccio, B., Regattieri, E., Zanchetta, G., Nomade, S., Renne, P.R., Sprain, C.J., Drysdale, R-N., Tzedakis, P.C, Messina, P., Scardia, G., Sposato, A., Bassinot, F., 2015. Duration and dynamics of the best orbital analogue to the present interglacial. Geology, DOI:10.1130/G36677.1